Il turismo deve diventare una risorsa per il nostro territorio» Scelti i tre progetti finalisti: tra un mese il vincitore assoluto. Erano sette, sono rimasti in tre e a fine giugno (probabilmente il 25 a ) sarà scelto il progetto vincitore per il rilancio di San . La partita se la giocheranno il francese Dominique Perrault, il giapponese Kengo Kuma e il portoghese Eduardo Souto De Moura. Ma quello che più conta è che la sfida lanciata da Antonio è stata raccolta ieri senza esitazioni di sorta da Confindustria: «Noi ci siamo, e cerchiamo di non cadere nel difetto dei bergamaschi di guardare chi fa le cose con sospetto», spiega il presidente Alberto Barcella, alla presentazione del progetto nella sede degli industriali.

Esempio per lo sviluppo
«Bisogna guardare avanti senza paura e pensare al mondo che ci circonda, perché spesso le associazioni di categoria hanno guardato al futuro attraverso lo specchietto retrovisore», prosegue Barcella, che ricorda un episodio che la dice lunga sul come sia comunque difficile voltare pagina, cambiare mentalità e guardare al turismo come un fattore decisivo di sviluppo e non un aspetto residuale di un'economia che ha fatto del manifatturiero il suo punto di forza, ma che ora non può andare avanti specchiandosi in un passato che non basta più: «Quando abbiamo deciso di creare il gruppo del turismo, è stata una delle poche decisioni prese a maggioranza e non all'unanimità». Come a dire che le resistenze c'erano, eccome.

Ma ora ne è passato di tempo e di cultura (parola chiave, ndr) da quando il turismo non era visto come una risorsa» aggiunge Silvio Albini che chiede di pensare «ad una città diversa, capace di divertirsi in modo intelligente e di fare cultura, perché sono questi i pivot dello sviluppo futuro». E Barcella approva: «Questo è un grande esempio di come si possa affrontare in modo migliore i problemi di sviluppo e crescita del territorio»

Le terme più belle del mondo
Percassi incassa e va all'attacco: l'imprenditore clusonese è tra l'altro fresco di adesione a Confindustria «dopo lunghissimo corteggiamento» ricorda il presidente. Sullo schermo scorrono le immagini del primo filmato promozionale che si chiude con uno slogan mica male, capace di coniugare terme e futuro: «Un frizzante domani». L'obiettivo è ambizioso, tremendamente: «Le più belle terme del mondo, il più bell' del mondo, negozi di grandi firme: non un rilancio, ma produzione di servizi nuovi ad altissimo livello». A braccetto con quella Nestlè, proprietaria del marchio Sanpellegrino, veicolato sui tavoli di tutto il mondo: «Questo è un progetto che non solo ha le gambe per camminare, ma pure le ali per volare», sottolinea Clement Vachon, della Sanpellegrino. «E in questo modo l'Italia dimostra ancora una volta la sua capacità d'innovazione». E dal banco della presidenza parte un colpo fulminante: «Detto da un francese, vale doppio…».

bisogna Giocare in serie A
Ma la sfida di Percassi sembra andare oltre a un progetto di rilancio che punta a fare di San Pellegrino un polo all'avanguardia del turismo, anche in vista dell'Expo 2015. Lo si capisce quando, rispondendo alla platea degli industriali a un rilievo sulla futura concorrenza, l'imprenditore alza l'asticella del confronto: «Qui si devono scatenare tutti: vorrei che la facesse un progetto ancora più bello di questo, e così le altre Valli, perché Bergamo deve giocare in serie A. Voglio vedere i politici con le spalle al muro, senza più scuse per non fare le infrastrutture: non siamo rivali, ma dobbiamo essere uniti tutti in questa grande sfida di rilancio del territorio, puntando sulla formazione, l'educazione e il sorriso della gente che ci lavorerà».

«Raccogliere questa sfida
Perché «se il mondo cambia, anche noi dobbiamo cambiare: e questo progetto è una sfida per tutti noi», commenta Miro Radici che non usa giri di parole: «Qui si gioca il futuro della nostra provincia… Da buoni bergamaschi siamo disposti a rischiare poco, ma così ci limitiamo e facciamo progetti di serie C: ora però dobbiamo darci tutti da fare e raccogliere questa sfida da serie A». D'accordo Rita Melocchi, vicepresidente di Confindustria: «È un progetto ambizioso, dobbiamo vincerlo insieme: è finito il tempo di alzare il foglio per non far copiare il vicino di banco». E forse è davvero arrivato quello di voltare pagina.

Una svolta nel nome del turismo di Dino Nikpalj

Inutile fare finta di niente: per decenni il turismo nella è stato giudicato alla stregua di una sottorisorsa. Il perché è presto detto: non ne avevamo bisogno, floridi delle nostre attività fai-da-te cominciate in piccolo e diventate via via sempre più grandi. Un benessere generalizzato che da un lato ha fatto la fortuna delle nostra gente e dall'altro ha impedito lo sviluppo di qualsivoglia cultura del turismo, a fronte di bellezze artistiche e naturali mozzafiato. E se vogliamo dirla tutta, ma proprio tutta, il turista che si avventurava dalle nostre parti era trattato più o meno bonariamente alla stregua di un rompiscatole.

Poi il vento ha cominciato a girare male, il manifatturiero ad andare in crisi (seppure il rapporto degli addetti resti il più alto d'Europa se paragonato ai competitors), le fabbriche a chiudere e a delocalizzare e a quel punto si è capito che quanto messo nel cassetto con (tanta) supponenza andava precipitosamente ritirato fuori, sperando che non fosse troppo tardi. Ma soprattutto c'era da vincere una resistenza di natura culturale, la stessa messa in evidenza ieri da Alberto Barcella, presidente di Confindustria Bergamo, quando ha ricordato le perplessità degli stessi industriali a considerare il turismo come un'industria. Per questo motivo la discesa in campo del mondo produttivo a fianco del progetto Percassi è un passaggio decisivo e a suo modo storico: perché rappresenta il compimento di un fondamentale cambio di mentalità che ora guarda al turismo come il futuro del territorio. Vuoi per convinzione, vuoi per necessità, ma a questo punto poco importa.

Il settore, se gestito in modo professionale, ha potenzialità incredibili, capaci di far compiere davvero una svolta alla cultura imprenditoriale bergamasca, soprattutto in certe zone che hanno già fatto i conti con la discesa a valle di storiche attività produttive. Ma San Pellegrino può essere un volano capace di rilanciare l'economia della provincia intera: Bergamo con Città Alta, le Valli con lo sci, i laghi, l'arte, la cultura e al Serio. Gli ingredienti ci sono tutti, ora serve la .

L'Eco di Bergamo