Lenna – Ancora un sull'asfalto dei Piani di Scalvino a Lenna e ancora una volta una tragedia sfiorata. Mercoledì notte una femmina adulta del peso di 80 chilogrammi è stata travolta da un'automobile guidata da una ragazza di Lenna ai Piani di Scalvino. A pochi giorni di distanza si è ripetuto, sul medesimo tratto di strada, quanto già successo lunedì scorso intorno alle 20, quando un grosso cervo maschio è stato anch'esso travolto da un'auto. Per fortuna nessuno dei due ha avuto conseguenze. Peggio è andata alla cerva, risultata in lattazione, dunque madre. È stata raccolta morta sulla ex statale 470 in comune di Lenna, dove la Provincia ha da tempo installato appositi segnali lampeggianti nelle ore notturne che mettono in guardia gli automobilisti del pericolo di attraversamento ungulati.

Dall'inizio dell'anno nella si sono verificati nove incidenti stradali che hanno coinvolto , decine gli incidenti che hanno avuto per protagonisti caprioli mentre in un solo caso un cinghiale ha provocato un incidente. In alcuni paesi quali la Francia la Svizzera e l'Austria ma anche in alcune province alpine e appenniniche da almeno un paio di decenni vengono adottate soluzioni progettuali come recinzioni ed «ecodotti» che consentano l'inserimento di strade, autostrade, ferrovie, canali ed elettrodotti nel paesaggio secondo criteri di compatibilità ambientale.

«Sono numerose le iniziative finora avviate, anche nel nostro paese, per mitigare l'impatto della rete stradale e autostradale sulla selvatica – ha fatto sapere Mario Lazzaroni, sindaco di Lenna – e sono numerosi gli studi sulla mortalità stradale della fauna selvatica, ma è ancora minima la costruzione di recinzioni, di tunnel, di sovrappassi per reti ecologiche.

«La Provincia ha fatto un ottimo lavoro nella predisposizione di segnali verticali di pericolo attraversamento ungulati su tutta la rete stradale di propria competenza, ma il ripetersi di questi fatti ai Piani di Scalvino, dimostra che la sola segnaletica non è più sufficiente per tutelare il crescente numero di ungulati selvatici nelle nostre valli bergamasche.

In ciascuna provincia italiana si stimano circa 15 mila gli investiti all'anno, spiega il Servizio faunistico-ambientale della , tra questi l'avifauna da sola paga un tributo di 25 per chilometro di strada, ma solo quando si tratta di grossi erbivori selvatici, che comportano anche danni agli autoveicoli, l'evento fa notizia.

L'Eco di Bergamo