Un 2009 nel segno della crisi. Anche per il turismo. Ma con i primi mesi del 2010 che dovrebbero far registrare una leggera inversione di tendenza. È il quadro che emerge dai dati dell'Istituto nazionale di ricerche turistiche (Isnart) presentato ieri pomeriggio all'apertura della Borsa internazionale del turismo (Bit) in corso alla fiera di Pero-Rho fino a domenica. Secondo l'istituto di ricerche, tra il 2008 e il 2009, la ha fatto registrare un calo di circa il 9% negli alberghi (il dato si riferisce alla percentuale dell'occupazione delle camere su quelle disponibili).

In particolare, i più difficili, sono stati i primi sei mesi dello scorso anno: a gennaio 2008, per esempio, le camere occupate sono state il 48% rispetto al 32% del 2009, a febbraio il 53% contro un 36% dello scorso anno. A marzo, addirittura, il calo è stato del 20% mentre solo settembre ha fatto registrare una percentuale pari in entrambi gli anni. Dati che, sostanzialmente, hanno seguito l'andamento generale, in Italia e in Lombardia. Alla Bergamasca, peraltro, resta ancora tanto da fare per promuovere arte, cultura e ambiente: visto che proprio le analisi effettuate lo scorso anno dall'Isnart, sull'immaginario dei turisti rispetto alla Lombardia, escludono quasi sempre luoghi e prodotti del nostro territorio.

Garda e Como i «marchi» lombardi
Per fare un esempio: i «marchi» regionali più conosciuti dal turista che da fuori Lombardia sono i laghi di Garda, di Como e la Franciacorta, per quanto riguarda le montagne sono Stelvio, Grigne, Bormio e Adamello (non vengono citate le Orobie), per l'ambito culturale il pensiero del turista va innanzitutto al Duomo di , quindi al Cenacolo, alle incisioni rupestri della Valle Camonica e poi alla Pinacoteca di Brera; anche sul tema terme e benessere la Bergamasca è praticamente ignorata nell'«immaginario» di chi viene da lontano: al primo posto, per notorietà, ci sono le terme di Bormio, seguite da Boario, Sirmione e Salice. Ci salviamo, in pratica, solo con l'enogastronomia: dopo i pizzoccheri valtellinesi, la nostra « e osei» o la taragna sono il prodotto più conosciuto, seguito da risotto e cotoletta alla milanese.

«Sia per la Lombardia sia per la Bergamasca – ha spiegato a margine del convegno Flavia Coccia, direttore operativo dell'Isnart – il 2009 non è stato certo positivo. Abbiamo registrato una diminuzione dell'occupazione delle camere alberghiere nell'ordine del 10-20%: sia per il calo del turismo d'affari sia di quello per vacanze. Maggiormente penalizzate sicuramente le zone dei laghi, in particolare quelle di lusso, che hanno risentito più di tutte della crisi internazionale. Meno male, invece, il turismo montano, grazie al buon innevamento di fine anno».

Diminuiti prezzi e fatturati
«A questo trend negativo – ha continuato Coccia – le imprese turistiche hanno risposto diminuendo fortemente i prezzi, in Italia con una media dell'8,8%. Naturalmente una politica che ha mantenuto alta la capacità di attrazione del nostro Paese e quindi anche della Lombardia (quinta regione turistica italiana) ma che, alla fine dell'anno, ha inciso sul fatturato delle imprese, con un calo in media dell'11%, ma ci sono aziende che hanno fatturato anche il 20-30% in meno». «Ci sono poi imprese che hanno cercato di contrastare la crisi puntando anche sulla sostenibilità ambientale e sull'accessibilità sociale – ha proseguito Coccia –. Soluzioni (raccolta differenziata, uso fonti rinnovabili, risparmio energetico, per esempio) spesso apprezzate dai turisti.

E gli hanno avuto un ritorno anche in termini di aumento delle presenze».
Infine le del 2010: «I primi indicatori di quest'anno – conclude il direttore dell'Isnart – ci dicono che il turismo è in lieve ripresa. In Italia, oltre 5,6 milioni di hanno già deciso di effettuare una vacanza tra gennaio e aprile, cui, probabilmente, si aggiungeranno altri 9,3 milioni che ne faranno una, portando a 14,9 milioni le intenzioni di vacanza di questi primi mesi del 2009, superiori agli stessi mesi del 2008».

Giovanni Ghisalberti – L'Eco di