– La situazione economica del Comune è disastrosa e questo, alla fine, si ripercuoterà sui cittadini, perché sarà la comunità a pagare in termini di servizi e tasse». La lista civica di minoranza «Per San Giovanni Bianco», di cui fanno parte Sergio Sonzogni, Luca Monaci ed Eva Rondi, documenti alla mano, attacca l'Amministrazione comunale colpevole di una «gestione poco corretta e limpida delle casse comunali. Il sindaco Gerardo Pozzi (Lega Nord) replica: Il debito c'è e doveva essere “spalmato” su più esercizi finanziari. Chi ha sbagliato a eseguire la delibera, si accollerà gli interessi in più». A oggi – spiega l'esponente della minoranza Sonzogni – il Comune ha contratto debiti per almeno 887 mila euro, ma sicuramente sono molti di più. La situazione finanziaria è ormai critica e il rischio, sempre più prossimo, è quello del commissariamento.

Tanto che il gruppo ha presentato un esposto alla Corte dei Conti, alla procura di e in prefettura, quindi un'interrogazione consigliare, chiedendo di poter venire a conoscenza della situazione «della casse comunali e delle coperture economiche per il 2007 e il 2008». E, sabato scorso, ha effettuato volantinaggio tra i cittadini. L'indebitamento risalirebbe alla fine dello scorso anno. Il Comune, come risulta da delibera di Giunta, non era in grado di pagare le imprese che avevano effettuato una serie di lavori: la captazione della sorgente del Becco, la messa in della di Briolo, il parcheggio e la piazzola ecologica 'ospedale, la sistemazione della Via , l'acquedotto di San Pietro d'Orzio e il museo . Totale 885 mila euro.

Ma perché l'Amministrazione si è trovata senza soldi? Il «buco» deriverebbe da mancati introiti Ici (tra cui 190 mila euro dovuti ancora dall'ex Cima) e ordinari dello Stato. «Soldi – dice Sonzogni – che non rientreranno mai perché l'ex cartiera è in liquidazione e 520 mila euro di presunti evasori Ici, come scrivono loro, sono inverosimili. A quel punto il Comune, per pagare le ditte, accede a un prestito bancario. E lo fa con un'operazione particolare, denominata, di factoring (cessione di credito).

«Per pagare i lavori ed evitare cause legali – spiega l'altra esponente della minoranza Eva Rondi – il Comune ha consentito alle imprese di riscuotere il credito tramite una società specializzata in factoring (la “Cbi Factor” del gruppo Ubi banca, ndr), assumendosi poi l'impegno di restituire i soldi a quest'ultima con interessi ed eventuali penali o more, accumulando ancora più debiti.

Entro il 6 dicembre il Comune dovrebbe restituire 887 mila euro ma, non avendo soldi, ha chiesto una dilazione del pagamento con ulteriore indebitamento». «Chiediamo al Comune maggiore trasparenza e chiarimenti nei confronti dei cittadini – conclude Sonzogni –. E poi vorremmo sapere dove sono andati a finire i soldi delle opere pubbliche realizzate: se gli interventi avevano una copertura finanziaria perché ci si è indebitati di nuovo».

Il primo cittadino, il leghista Gerardo Pozzi, non nasconde la difficoltà della situazione: «Il debito di 887 mila euro contratto doveva essere “spalmato” su più esercizi finanziari, come scritto in delibera di Giunta, e non scadere dopo un anno. Se si dovranno pagare interessi in più, se li accollerà chi ha sbagliato a eseguire quella delibera. Intanto, nei prossimi giorni, pagheremo i primi centomila euro, quindi abbiamo rinegoziato il debito e chiesto alla “Cbi Factor” di dilazionare i pagamenti di un anno».

Ma perché le casse comunali si sono svuotate? «Sarebbe sufficiente che lo Stato trasferisse al nostro Comune quanto dovuto in termini di Ici per le aree industriali – continua il sindaco –. Per il solo 2007, secondo i calcoli della nostra ragioneria, ci deve un milione e 24 mila euro. Purtroppo da Roma, invece, si tagliano i finanziamenti e noi non sappiamo più dove prenderli. Per il resto il Comune ha congelato o tagliato i pagamenti (a fornitori e assessori) rinviandoli a tempi migliori, per cercare di rispettare il Patto di stabilità. «Nessun Comune paga più nessuno – continua il sindaco – perché tutti sono in difficoltà: ne sono già falliti 200. Per ora non siamo a rischio commissariamento, ma la situazione non è rosea. E la trasparenza verso il Consiglio comunale e i cittadini di quanto sta accadendo? Ci sono le delibere di Giunta e sono lì da vedere, conclude Pozzi.

Giovanni Ghisalberti – L'Eco di Bergamo