Musica, diaol e barba in piazza a Valtorta

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Valtorta – A Valtorta fervono i preparativi del Carnevale che si celebra sabato, seguendo il rito ambrosiano, uno dei Carnevali storici della montagna. È al lavoro il comitato organizzatore della manifestazione per definire gli ultimi dettagli e rifinire le caratteristiche maschere scolpite nel legno oppure realizzate con pelli di capra. Sono pezzi unici che vanno ad arricchire il patrimonio culturale oltre che oggettistica dell’Ecomuseo. Tutto deve essere pronto per il primo pomeriggio di sabato quando inizia la sfilata che visiterà tutte le contrade del paese rinnovando una tradizione ultracentenaria.

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Rubygate e l’Unità d’Italia alla mascherata di Dossena

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Quattro giorni di festa e tradizione a Dossena, con le mascherate per le contrade del paese che hanno richiamato residenti, appassionati e studiosi di folclore, anche alla «Chiamata di marzo» con le «cioche» per le vie del paese. Due riti antichissimi, che il paese di circa mille anime ha mantenuto in vita grazie anche alla volontà di Piero Zani e della moglie Liliana. Le mascherate hanno messo il scena il cosiddetto «Rubygate», ma i 150 anni dell’Unità nazionale.

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Un inedito “selvatico” bergamasco

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Il mito dell’uomo selvatico, quale ci è tramandato dalla cultura agropastorale del mondo alpino, ben rappresentato in area brembana e valtellinese, si arricchisce di una nuova figura enigmatica. Non si tratta di un essere controverso che vive nei boschi, ai margini della società, con caratteristiche talvolta demoniache, signore degli animali, amico degli spiriti dei boschi, come ce lo rappresentano gli affreschi di Oneta o di Sacco: egli ci sorprende dal palcoscenico di un piccolo teatro dismesso, in una veste inusuale per l’iconografia corrente. Il piccolo teatro in questione è ubicato nella cripta della parrocchiale di Sant’Andrea Apostolo, di via Porta Dipinta a Bergamo, ricostruita nel 1828 su progetto dell’arch. Ferdinando Crivelli. Il Crivelli incluse nel suo progetto una grande cripta, posta presumibilmente al livello dell’antica Basilica Cimiteriale, risalente, pare, al V secolo “situata sotto il muro della città”. La sopraelevazione della nuova chiesa in corrispondenza dell’attuale livello stradale, ha praticamente consentito la sopravvivenza della cripta
sottostante trasformata dal Prevosto negli anni 50 in teatro.

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Nel borgo di Arlecchino il festival teatrale “Le radici e le ali”

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San Giovanni Bianco «È ormai certo che in autunno prenderà corpo il progetto di far nascere a Bergamo un’accademia o un centro che possa diventare punto di riferimento internazionale per lo studio della commedia dell’arte» afferma Giovanni Milesi assessore provinciale alla Cultura e allo spettacolo presentando «Le radici e le ali. Festival del teatro dell’arte», progetto che va nella direzione di diffondere «il prezioso patrimonio della cultura bergamasca, spesso apprezzato più all’estero che in Italia».

La Provincia sostiene (con un contributo non ancora stabilito) il festival perché è «un’occasione per rivitalizzare questa forma d’arte, per riappropriarcene con fierezza». La manifestazione alla prima edizione non poteva trovare location più adatta: si svolge infatti nel borgo di Oneta, frazione di San Giovanni Bianco, patria di Arlecchino, una delle maschere più conosciute e amate della commedia dell’arte che affonda le sue radici «nel ‘4-500, quando i nostri migranti bergamaschi si spostavano a Venezia – spiega Milesi –; alcuni di loro, dotati di talento teatrale, impersonavano le figure dei servitori parlando in un bergamasco ingentilito e suscitando grande ilarità. Erano gli Zanni».

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