Montagna fragile In Val Brembana servono 50 milioni
Senza categoria Articolo letto da 974 utenti - Pubblicato il 15 Novembre 2011Bergamasca, territorio fragile: affermazione non contestata dagli amministratori, dal momento che i fenomeni franosi e di dissesto idrogeologico non risparmiano la nostra provincia. Ciò in cui non si concorda sono le proporzioni: «Meno drammatiche», dicono, di quanto evidenziato dal geologo bergamasco Sergio Chiesa su l'Eco di ieri. Il problema sono, come sempre, i fondi. Per mettere in sicurezza l'intera val brembana servirebbero infatti – tanto per capirci – opere per 50 milioni di euro.
Sostegno ai comuni di montagna
«È innegabile che ci siano situazioni di difficoltà, ma in generale nei nostri territori le regole vengono rispettate e non si trovano situazioni di grave rischio con costruzioni a ridosso dell'alveo dei fiumi, come in altre parti d'Italia avviene», commenta Eli Pedretti, presidente della comunità montana valle seriana. Pedretti (che è anche sindaco di Valgoglio) suggerisce tra le righe, ma non troppo, che sia un errore pensare di far sparire i piccoli Comuni, in quanto «sentinelle» attente dello stato di salute del territorio. Su interventi che, secondo il geologo, i sindaci non dovrebbero compiere, Pedretti ritiene che «le valutazioni espresse siano troppo pesanti. Non credo che prelevare l'acqua dalle pozze durante l'inverno possa causare rischi – prosegue il presidente della Comunità montana –. È vero che nel caso di foppolo alterare le pendenze è una ferita per la montagna. Ritengo però che, se gli enti superiori consentono tali opere, lo facciano a garanzia del territorio».
Equilibrio tra sviluppo e tutela
alberto mazzoleni, presidente della Comunità montana Valle Brembana, dice: «Non credo si possa mettere in dubbio quanto afferma un professionista serio come Chiesa. Il turismo è per le zone di montagna una risorsa: bisogna essere bravi nel mantenere equilibrio tra sviluppo economico e tutela del territorio. Con la Regione siamo in stretta sintonia per valutare quali interventi compiere in Valle. Il problema è il reperimento di fondi per la prevenzione. L'alluvione del 1987 ci ha insegnato molto per quanto riguarda la necessità di mantenere puliti gli alvei e tutelare i versanti».
Per mettere in sicurezza l'intera Valle Brembana, da uno studio preliminare svolto con la Regione, servirebbe un investimento di 50 milioni di euro: «È chiaro che non ci sono. Come comunità montana abbiamo messo a disposizioni 500 mila euro per realizzare nel 2012 piccoli interventi, sapendo che sempre meno risorse giungono alle amministrazioni», conclude Mazzoleni.
Dalla Regione 15,5 milioni
Su un aspetto sono d'accordo i presidenti delle due comunità montane: le risorse economiche sono sempre insufficienti. Da parte sua Daniele Belotti, assessore regionale al Territorio ricorda che da febbraio 2011 nella nostra provincia sono arrivati 15,5 milioni di euro per interventi di messa in sicurezza. «L'accordo di programma firmato con il ministero dell'Ambiente – chiarisce Belotti – ha messo a disposizione 225 milioni di euro per tutta la regione, a bergamo sono destinati 10 milioni a cui si sono aggiunti 5,5 milioni “sbloccati” dai fondi stanziati per l'alluvione del 2002». Rispetto a molte altre regioni italiane «la Lombardia si trova in una fase molto avanzata dell'iter per l'attuazione degli interventi, con due di essi, a Monte di Nese e branzi, già conclusi». In questo momento è prioritaria l'opera del canale Gronda Sud nella Bassa, dal costo di 6 milioni di euro, di cui tre a carico della Regione, per mettere in sicurezza dal rischio di esondazione del Morletta. Altro intervento urgente quello in programma per la realizzazione di due vasche anti-esondazioni del torrente Lesina nella zona dell'Isola. «Le risorse sono poche – conclude l'assessore –: la Regione avrebbe bisogno di un miliardo di euro. La strategia possibile per la prevenzione deve passare dai Comuni chiamati ad elaborare Piani di governo del territorio sensibili alla difesa del territorio e alla strategia dell'unione delle forze tra enti».
Laura Arnoldi – L'Eco di Bergamo
3 Risposta a “Montagna fragile In Val Brembana servono 50 milioni”
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Inserito il 16 Novembre 2011 alle ore 09:15 GMT+0100
Attenzione: la situazione idrogeologica dell’Alta Val Brembana e’ molto pericolosa: a parte quello che si sta facendo di positivo per limitare il pericolo valanghe, c’e’ una situazione potenzialmente esplosiva determinata dalle sponde del Brembo. In qesti ultimi 10\ 15 anni se’ creata una vegetazione molto vasta costituita da arbusti, cespugli e alberi di medio piccole dimensioni, e’ cresciuta e un po’ stabilizzata nell’alveo; nessuno piu’ la taglia o estirpa. Ai lati vecchi alberi di 20\ 30 anni sono diventati marci ed instabili; in caso di forte piena cosa succede? la piena abbatte gli alberi, che sono lunghi e vanno ad incastrarsi nei ponti, addosso agli alberi incastrati vanno a finire i cespugli ed il tutto crea effetto diga….. Vedasi il Ponte Nuovo di Trabuchello: Fondra la vedo molto a rischio in questo caso…… ma tutta l’alta valle e’ cosi. Bisogna pulire e tagliare alberi ed arbusti lungo il Fiume Brembo.
Inserito il 16 Novembre 2011 alle ore 11:35 GMT+0100
Sabato 12 Novembre 2011 si e’ svolta la bonifica e pulizia delle sponde del fiume Brembo nella zona del ponte dei Frati di San Giovanni Bianco. L’iniziativa voluta dalla nuova Amministrazione comunale rientra nel piano di sicurezza e prevenzione del rischio idrogeologico e viene effettuata con il supporto della Protezione civile di Zogno, San Pellegrino Terme e San Giovanni Bianco, Volontari del Soccorso, Volontari Antincendio e gruppo Alpini.
http://forum.valbrembanaweb.com/manifestazioni-valle-brembana-f90/pulizia-bonifica-sponde-del-brembo-san-giovanni-bianco-t5809.html
Inserito il 16 Novembre 2011 alle ore 19:05 GMT+0100
Benvengano iniziative come quella di sabato 12 novembre. Bravissimi i volontari, oltre una centinaio tra Protezione Civile e Antincendio Boschivo che sono stati impegnati nei Comuni di San Giovanni Bianco, Piazza Brembana e Algua nell’operazione «Fiumi sicuri». L’iniziativa è stata promossa dalla Sede territoriale di Regione Lombardia (Ster) di Bergamo in collaborazione con la Provincia di Bergamo per rimuovere gli alberi e la vegetazione che crescono nel letto del fiume. Sarebbe buona cosa se questa forma di volontariato fosse invece riconosciuta come un vero e proprio lavoro da farsi nei periodi giusti su tutto il territorio presso l’alveo del fiume e delle vallette.