Ponte di ClanezzoChe storia, il ponte di : dieci secoli di vita e di meraviglia. «Perché si è così ben conservato fino ai nostri giorni? Penso che ciò si debba al fatto che ancora oggi come mille anni fa la gente continui ad utilizzarlo per superare il fiume. Ogni giorno una cinquantina di persone passa su questo ponte per spostarsi per le proprie esigenze. Ed è proprio questo che gli assicura la conservazione, al di là del fatto che lo frequentano turisti ed escursionisti». Il ponte che risale al decimo secolo è quello di Clanezzo che, se non quello con più anni sul suo arco, è sicuramente uno dei più è antichi della . Negli ultimi tempi l'architetto Leonardo Angelini si è occupato ampiamente del millenario manufatto avendone curato il restauro. Un intervento non fine a se stesso ma che rientra nel progetto di recupero della viabilità storica di questo lembo di territorio compreso tra il fiume Brembo e il torrente Imagna.

E sarà proprio l'arch. Angelini ad aprire i tradizionali incontri d'autunno «Studi, ricerche scoperte» 'Antenna Europea del Romanico che si tengono al Museo San Tomè degli Almenno, per il coordinamento di Adriana Spangaro Gotti. Il primo è in programma questa sera nella sala delle conferenze del Museo stesso. Poco conosciuto, sicuramente meno di altri monumenti che sorgono nella Bergamasca, il ponte si colloca in un contesto di grande fascino. A capo del ponte sorge l'edificio della dogana costruito nel Seicento e dove venivano riscossi i pedaggi; sul Brembo si affacciano invece quelli del «porto» dove un traghetto collegava le sponde del fiume; il ponte sospeso, infine, che risale al 1878, costruito in sostituzione del traghetto travolto da una delle tante piene. Poco lontano si innalza il , trasformato in elegante residenza nell'Ottocento e che ora ospita un noto ristorante.

All'elenco andrebbe aggiunto il celebre maglio ma l'officina, in un contesto ambientale di grande pregio, è stata devastata dai vandali prima che andasse in porto un progetto di recupero. Vale la pena comunque scendere fino all'ansa dell'Imagna dove sorge l'edificio che ha origini cinquecentesche. Non c'è più il rumore del maglio e le grandi ruote sono a pezzi, ma la suggestione del luogo è immutata.

Ponte romanico di Clanezzo

Il restauro sarà oggetto di riflessione e dibattito questa sera sul tema «Il ponte in pietra di Attone in Clanezzo: riflessioni dopo l'intervento di restauro». Interverranno l'arch. Angelici e l'ingegnere strutturista Sebastiano Moioli. Si parlerà di restauro, e anche di tecniche e di capacità costruttiva che hanno consentito al ponte di superare i dieci secoli di vita, unitamente a traversie d'ogni genere. Senza trascurare il contesto storico e viabilistico in cui esso si colloca.

E sono proprio queste caratteristiche all'origine del progetto di restauro che, ideato dal Comune di , è stato condiviso anche dalle amministrazioni di Almenno San Salvatore e di Villa d'Almé. Con l'obiettivo non solo di tutelare questa importanza testimonianza storica, la cui costruzione è legata al nome del duca Attone, signore Lecco e del territorio di Lemine, ma di far conoscere e di valorizzare dal punto di vista turistico un territorio in cui si collocano importanti emergenze storiche e architettoniche.

Il percorso sul quale l'arch. Angelini ha soffermato la propria attenzione parte dal piazzale antistante il castello e scende verso il fiume Brembo, dove un tempo esisteva il traghetto. Qui si può ammirare, e utilizzare per raggiungere l'altro lato del corso d'acqua, il ponte sospeso, «il ponte che balla», rimesso a nuovo mentre si accingeva a superare felicemente il secolo di vita. Superato il fiume, si entra nel territorio del Comune di Villa d'Almè e si all'edificio della vecchia stazione della ferrovia della valle Brembana. Risalendo invece il percorso acciottolato ci si immette sul tracciato dell'antica via di comunicazione con il ponte romanico. Non molto lontano è l'altro itinerario che scende al maglio lungo il torrente Imagna.

Ancora a Ubiale l'argomento della seconda serata – lunedì, il 1° ottobre – degli incontri al Museo di San Tomè: «Affreschi inediti medievali a Bergamo e nel suo territorio». In un ambiente un tempo utilizzato come sacrestia della chiesa parrocchiale sono stati scoperti nel 1985 affreschi trecenteschi che appartenevano alla primitiva chiesa medievale. Saranno una delle testimonianze di pittura murale su cui si soffermeranno il prof. Giovanni Valagussa, storico dell'arte e conservatore responsabile dell'Accademia Carrara, e la prof.ssa Silvia Muezzin, storico dell'arte e titolare della società «Arte in luce». Si partirà da Ubiale per una panoramica sugli ultimi rinvenimenti avvenuti nella Bergamasca, comprese le importantissime scoperte nel Duomo, a Bergamo alta. Un cammino di grande interesse, anche se ancora poco noto.

Pino Capellini – L'Eco di Bergamo

Inaugurazione percorsi storici e della passerella di Clanezzo