La scoperta di don Pennati confermata da altri alpinisti saliti sul Monte Aga. Un nuovo lago tra le cime delle ? È una bella storia d'estate, l'ideale per una stagione come questa che vede in giro per i nostri monti un gran numero di alpinisti e di escursionisti. Una bella storia d'estate dietro la quale c'è una grande passione per la montagna, che incomincia da don Roberto Pennati. Un alpinista di razza, con tante bellissime salite nel suo curriculum, ma alle quali ha dovuto rinunciare da quando è stato colpito da una grave malattia neurologica, la SLA, che lo immobilizzato.

Socio del Cai da 37 anni, molto conosciuto tra gli alpinisti, con tanti amici che sono divenuti per lui le gambe di cui non può più disporre, si deve a don Pennati la scoperta di questo nuovo lago, che si trova tra il monte Aga e il pizzo Rondenino, a circa 2.500 metri di quota. Tanto che, nel riferire della presenza di questo lago non segnalato su nessuna carta e al quale nessuno aveva mai fatto cenno, l'autore del libro sulle «Perle Orobiche», di cui riferiamo in questa stessa pagina, lo cita intitolandolo al suo «scopritore»: è il laghetto Pennati.

Alessio Pezzotta non solo si sofferma sulla sua presenza, ma gli dedica una breve descrizione: «Sappiamo… che il laghetto esiste e dov'è situato, ma purtroppo non mi è stato possibile stilare un vero e proprio preciso itinerario per raggiungerlo, in quanto notificatomi ormai a libro concluso». Lo si nota salendo dal rifugio Longo al passo di Cigola per raggiungere la vetta del monte Aga. Ma Pezzotta raccomanda, a chi volesse andare a dare un'occhiata a questo minuscolo specchio, di prestare la debita attenzione in quanto il percorso nel tratto finale è esposto o comunque rischioso.

«È stato in occasione di uno degli incontri – ricorda Paolo , presidente del Cai di – tra appassionati che ogni tanto avvengono da don Roberto. Ad un certo momento, lui ha detto: “Ma lo sai che c'è un nuovo laghetto sulle Orobie?”. Don Roberto è immobilizzato ma continua ad “andare in montagna” osservando le Orobie con le foto che lui aveva scattato in passato e con quelle che gli amici, al rientro dalle , gli fanno avere. Tra queste immagini non gli era sfuggita una della zona del monte Aga, dove si notava un laghetto del tutto sconosciuto». Da questo momento è incominciata la «caccia» al piccolo lago, con ricerche di cui ciascuno poi riferiva a don Pennati. «Ho guardato con molta attenzione – aggiunge Paolo Valoti – alcune immagini scattate in passato. In una, risalendo al 2002, sono riuscito ad individuare il piccolo specchio sul quale don Roberto aveva richiamato la nostra attenzione». Altri sono saliti fin lassù e sono arrivate le conferme. Ma ecco come lo descrive don Roberto Pennati, i cui amici si sono sostituiti a lui nelle esplorazioni e nei controlli: «Di forma quasi rotonda, l'acqua è di colore smeraldo, come l'acqua che contiene la fine sabbia dei ghiacciai; permangono ancora blocchi di che si immergono nelle acque del laghetto, anche se siamo a fine agosto. Forse si è formato quando il nevaio, che riempiva il fondo di questo circo di sfasciumi, si è sciolto».

L'Eco di Bergamo