L'abilità di Silvano Sonzogni lo immortala per la prima volta L'esemplare ripreso sul monte Ortighera tra Lenna e Dossena. VALLE BREMBANA Finora era stato avvistato solo da lontano, con scatti che ne descrivevano la forma, la fisionomia, ma senza incontri «particolarmente ravvicinati». D'altronde avvistare un orso è difficile, fotografarlo è ancora più difficile, e se si tratta di «JJ5», l'esemplare che da mesi scorrazza sulle Orobie tra Valle Seriana e Valle Brembana, l'impresa sembrava davvero avere dell'impossibile. Non per Silvano Sonzogni, classe 1965, cacciatore di selezione di e appassionato «trapper» fotografico. Nella sua fototrappola, piazzata a regola d'arte tra il monte Ortighera e il monte Menna, in alta Valle Brembana, nella notte del 14 agosto, esattamente alle 23.20, è caduto appunto «JJ5».

L'orso, ormai naturalizzato orobico, adesso ha finalmente un «volto»: quello di un giovane subadulto, maschio di 2-3 anni stimato dagli esperti di oltre 150 chili. Sul tracce del plantigrado, sin dal 21 maggio scorso, data del suo arrivo sulle montagne bergamasche, ci sono gli agenti del Corpo di polizia provinciale, con il duplice ruolo di «bodyguard» (nel senso che seguono i suoi movimenti) e di accertatori dei danni che l'orsacchiotto ha comunque lasciato sulle Orobie (in termini di sbranati, necessari per la sua sopravvivenza) nel suo pellegrinaggio che ormai perdura da oltre tre mesi. Ma nessuno sino a oggi era riuscito nell'impresa di fotografare «JJ5» da vicino.

Solo l'esperienza e la pazienza di Silvano Sonzogni hanno documentato in maniera inoppugnabile e scientificamente ineccepibile il ritorno, dopo due secoli, dell'orso sulle montagne bergamasche. Per la verità anche il laboratorio di genetica dell'Istituto nazionale della fauna selvatica si era pronunciato con chiarezza sull'appartenenza dei ciuffi di pelo e di altri reperti organici raccolti in diverse località montane tra il Passo della Presolana e il monte Ortighera, in Valle Brembana, dal Corpo di polizia provinciale: erano di «JJ5».

Spiega un emozionato Sonzogni: «JJ5 ha attivato quattro volte la foto trappola che mi ha fornito l'Ambito territoriale prealpino di caccia e che avevo installato su un grosso faggio sul monte Ortighera, in una località precedentemente attrezzata per fotografare un gruppo di . La presenza dell'orso era stata già segnalata sul posto dal guardiacaccia Bruno Boffelli, che aveva visto l'animale nientemeno mentre faceva il bagno in una pozza per l'abbeverata dei bovini.

Ho così pensato di predisporre le foto trappole intorno a un sito preparato con e mais e dopo innumerevoli foto di cervi, , tassi e altri animali del bosco attirati dalla tavola imbandita ho avuto l'inaspettata sorpresa di trovare ritratto nella memoria digitale delle trappole niente meno che lui, il misterioso JJ5».
Soddisfatto per lo «scoop», Sonzogni ha spiegato che «si è avverato un sogno quasi impossibile», e a chi avesse la fortuna di imbattersi nell'orso raccomanda: «Non dovete avere paura, ritenetevi fortunati e privilegiati per la meraviglia dell'incontro. Segnatevi data, luogo e modalità dell'incontro e trasmetteteli al Servizio faunistico della Provincia o al Corpo di polizia perché sono dati preziosi. Al resto penserà lui: sicuramente fuggirà prima che ve ne rendiate conto».

Sonzogni ha voluto ringraziare chi ha collaborato con lui nell'impresa, tra cui il sindaco di Lenna Mario , che è anche guardia ecologica volontaria come Claudio Locatelli e Costante ; e poi Fabrizio Locatelli, gli agenti del Corpo di polizia provinciale Boffelli e Carrara, Maurizio Volpi, presidente Atc prealpino «e naturalmente la mia famiglia». Racconto dell'impresa e altre immagini sono sul Internet valbrembanaweb.com.

La presenza di «JJ5», oltre che documentata fotograficamente sul monte Ortighera tra Lenna e Dossena , è stata documentata attraverso gli accertamenti dei danni provocati a ovini e alveari a Castione della Presolana in località Puntachel, Priona e Romentarèch, a Premolo e ad Ardesio in località Valcanale, dove sembra essersi stanziato da alcune settimane. «Ogni predazione di ovini e ogni traccia dell'orso è puntualmente georeferenziata con Gps dal nucleo-ittico venatorio del Corpo di polizia provinciale – fanno sapere dagli uffici di via San Giorgio del Servizio faunistico provinciale -, al fine di monitorare ogni suo spostamento».

Qualcuno afferma di aver visto tra la Valle Seriana e la Valle Brembana addirittura due esemplari di orso: gli esperti della Provincia sono però molto scettici e al fine di fugare ogni dubbio hanno nuovamente inviato campioni di pelo raccolti in località Zanetti di Valcanale giovedì scorso, dove «JJ5» dopo aver divelto la recinzione di un pollaio alla periferia del paese si è alimentato con due secchi di mais macinato senza toccare il pollame rinchiuso all'interno di una piccola struttura in muratura. Meno bene delle galline è andata a 54 ovini sino ad oggi predati dal giovane plantigrado soprattutto a carico di un grosso gregge stanziato tra la Maruggella, Corna Piana e il Corno Branchino.

«L'indennizzo dei danni provocati dall'orso rientra tra le priorità per la conservazione di questa specie, strettamente protetta – ha affermato Luigi Pisoni, assessore provinciale all'Agricoltura -. In collaborazione col Parco delle Orobie bergamasche abbiamo predisposto la modulistica e definito le procedure. Anche questi, oltre al costante monitoraggio degli spostamenti del plantigrado, sono atti concreti per la tutela della biodiversità delle nostre vallate. Parlare dell'orso significa anche parlare dei nostri modelli di sviluppo ai quali JJ5 può dare una… zampa, trasformandosi in una vera e propria opportunità per un turismo attento e lungimirante».

Cesare Scuri – L'Eco di Bergamo