Arlecchino, una statua per la valle Brembana

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arlecchinoValle Brembana – Sarà alta tre metri, in marmo bianco di Carrara, dipinta nella tradizionale casacca a pezze colorate e poggerà su un basamento di arabescato orobico di due metri. Il progetto della statuascultura di Arlecchino, prevista alla rotatoria di Villa d’Almè, è pronto. Presentato martedì scorso nella sede della Comunità montana Valle Brembana, a Piazza Brembana, ora attende il finanziamento. Servono 64 mila euro – tanti, forse, in tempi di crisi – ma la cordata per riuscire a raccoglierli è partita da tempo e le premesse per la sua realizzazione sembrano esserci tutte. A partire dal primo assenso dei sindaci – una quindicina – presenti all’incontro di Piazza Brembana con l’attore Giorgio Pasotti e la produzione del film «Io, Arlecchino». La scultura, infatti, nasce dalla volontà di alcuni imprenditori della valle di accompagnare le riprese e poi l’uscita del film con un segno visibile dell’appartenenza della maschera alla terra brembana. Il disegno e la successiva realizzazione della statua sono di «Sonzogni pietre antiche» di Zogno, azienda leader negli allestimenti, con marmi e graniti, di prestigiose dimore in tutta Italia. La Comunità montana, presente all’incontro con il presidente Alberto Mazzoleni e il vice Giovanni Fattori, farà la sua parte con una quota.

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Al Lago Branchino si festeggia l’amicizia tra Roncobello, Oltre il Colle e Ardesio

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Lago del BranchinoTerzo appuntamento di Parco Vivo 2012, nel corso della giornata verrà installata una scultura di ferro per celebrare la storica unione tra questi tre Paesi a cavallo tra le Valli Brembana e Seriana. Verrà celebrato domenica 12 agosto con una giornata speciale nella conca del Lago Branchino, a 1.700 metri di quota, tra le Valli Brembana e Seriana, con il gemellaggio siglato tra i sindaci di Roncobello, Oltre il Colle e Ardesio. Terzo appuntamento di Parco Vivo 2012, kermesse organizzata dal Parco delle Orobie Bergamasche per far conoscere le bellezze uniche delle montagne orobiche, la giornata sarà interamente dedicata all’amicizia e sarà l’occasione per festeggiare la sinergia che si è venuta a creare tra questi tre paesi, uniti nel comune obiettivo di difendere e valorizzare lo straordinario patrimonio naturalistico che contraddistingue il loro territorio.

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Alpino di ghiaccio per commemorare Nikolajewka

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Piazza Brembana – Il messaggio che trasmette è chiaro: la sofferenza di un alpino durante la battaglia di Nikolajewka, i suoi ultimi momenti di vita. Si tratta della scultura di ghiaccio che alcuni alpini dell’alta Valle Brembana hanno realizzato per le celebrazioni commemorative della battaglia di Nikolajewka a Piazza Brembana. Tre metri d’altezza, tre metri di larghezza e due metri e mezzo di profondità. Le temperature rigide di questi giorni sono state sicuramente complici di questo progetto che ha coinvolto alcuni alpini dell’alta valle e gli artisti Franco e Luigi Travi di Casirate. «Il freddo di questi giorni è stato ottimale per realizzare l’opera – spiega Hans Quarteroni, alpino e coordinatore del progetto –. Sabato scorso abbiamo allestito sul piazzale autolinee una struttura che contenesse un cubo di neve, abbiamo poi aggiunto acqua fino a martedì. Mercoledì, tolti i pannelli, ci siamo ritrovati un perfetto cubo di ghiaccio pronto da levigare e modificare». «Due giorni interi per realizzare la scultura – aggiunge Luciano Quarteroni, capogruppo alpini di Ornica – ovvero 15 ore di lavoro per cercare di concludere la statua di ghiaccio. Ha un fascino particolare, rimanda il pensiero ai sacrifici di quegli alpini che hanno dato la vita».

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Le più antiche sculture della Valle Brembana

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Alcuni dei manufatti che si descriveranno in questo scritto sono già apparsi anni fa sul bimestrale Zogno Notizie in occasione dei loro ritrovamenti. Tuttavia poiché il loro rinvenimento è stato abbastanza diluito nel tempo e poiché spesso avveniva poco prima che la rivista andasse in stampa, oltre all’annuncio della scoperta non c’è mai stata la possibilità di pubblicare il risultato di indagini e di confronti con manufatti simili di territori vicini a quello brembano per cui non è mai stato possibile evidenziare la sostanziale unitarietà di contesto, di stile di fattura e di notevole antichità che li caratterizzano. Questa analisi si è resa possibile invece nell’ultimo lasso di tempo ed è parso interessante riportarne i risultati per apprezzare e comprendere meglio il significato e la funzione di queste opere. Da tempo immemorabile esistono sul sagrato della chiesa parrocchiale di Zogno due facce scolpite, in gergo locale chiamate maschere, che fanno da sostegno a due panchine di pietra: una è conservata piuttosto bene, l’altra è alquanto danneggiata nel naso. Una terza faccia in buono stato fu rinvenuta durante i lavori di ristrutturazione del sagrato sotto la guida dell’ex parroco di Zogno don Giulio Gabanelli nel 1972 e collocata ora nel Museo di S. Lorenzo di questo paese. I lineamenti dei tre visi, assai allungati e identici sono abbozzati in maniera essenziale per non dire schematica.

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