Eydallin e Reichegger si aggiudicano il 63° Trofeo Parravicini

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Carona – La 63^ edizione del Trofeo Parravicini che si è disputata sotto una fitta nevicata ha chiuso il circuito di Coppa Italia – Trofeo Scarpa. Questa mattina gli atleti si sono svegliati al Rifugio Calvi, a qualche chilometro da Carona, immersi in una giornata invernale con circa venti centimetri di neve fresca. I responsabili dello Sci Cai Bergamo, già da sabato mattina avevano deciso di allestire un tracciato ridotto da ripetere due volte. Il percorso sviluppato interamente nella conca del Rifugio aveva un dislivello di 1200 metri da affrontare in quattro salite. Subito dopo la partenza, data alle 9.30, Manfred Reichegger e Matteo Eydallin (CS Esercito) hanno messo le cose in chiaro prendendo il comando della gara. Al temine della prima salita dopo i due battistrada sono transitate le coppie formate da Michele Boscacci e Pietro Lanfranchi, anche se il bergamasco perdeva qualche metro da Boscacci. Subito dopo passano Alain Seletto e Filippo Beccari.

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Valli Bergamasche: boom di centrali sull’acqua

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Soprattutto in tempi di vacche magre come questi, per i piccoli comuni montani sono una vera e propria manna. Parliamo delle centraline idroelettriche, negli ultimi anni spuntate come funghi su torrenti e fiumi della Bergamasca. Ne sa qualcosa la Valle Brembana il cui territorio è sicuramente uno dei più sfruttati. Buona parte dei Comuni dell’alto Brembo dispone ormai di un impianto, da Valtorta a Valleve, da Roncobello a Ornica. Ma anche le valli laterali sembrano non essere da meno. Un vero boom, favorito dagli incentivi degli anni scorsi, con richieste di nuove costruzioni che, nella nostra provincia superano il centinaio. «Le domande ci sono sempre state – spiegano dal settore Risorse idriche della Provincia di Bergamo – ma dal 2009 gli incentivi per le energie rinnovabili, quindi eolico, fotovoltaico e idroelettrico, hanno favorito un’impennata. Sull’idroelettrico abbiamo superato le centinaia e il trend è costante. La Valle Brembana è certamente una delle aree più interessate, grazie alla ramificazione dei corsi d’acqua».

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A Carona caccia al cervo: sono incisioni protostoriche

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Carona – Inizia oggi una nuova rubrica dedicata ai siti archeologici di Bergamo e provincia, per accompagnare i lettori curiosi e desiderosi di visitare queste testimonianze alla scoperta del mondo antico. A curarla sono i due archeologi Daniele Selmi e Cristina Salimbene. Il primo viaggio porta a Carona, ai recenti ritrovamenti fatti sulle pendici del Monte Aga. Sulle pendici del Monte Aga a quota 2100 – 2400 metri, a Carona, lungo il sentiero che dal passo Selletta porta al rifugio Calvi, è stata di recente scoperta dal Centro Storico Culturale Valle Brembana un’area di massi che recano incisioni ascrivibili a un arco di tempo amplissimo, dall’età protostorica al secolo scorso. Le tre località sono Le Torbiere (33 rocce), Aga (34 rocce) e Camisana, la più ricca di ritrovamenti (125 massi incisi – CMS in sigla).

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Trekking sulle Orobie: Monte Madonnino 2.502 m s.l.m.

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Il Monte Madonnino e’ una cima posta a nord del Rifugio Calvi passaggio obbligato per la gara internazionale di scialpinismo Trofeo Parravicini, che in questa conca si svolge annualmente. Il Madonnino può essere raggiunto dai comuni di Carona, Valgoglio e Gromo. Dalla vetta, dove e’ posta una madonnina, il panorama spazia a 360° gradi sulle Alpi Orobie ed oltre. Il versante brembano sulla conca del Calvi e le vette che la contornano; appena sotto il lago dei Curiosi, il lago Fregabolgia ed il lago Rotondo. Oltre è ben visibile il Disgrazia, perennemente innevato. Il versante seriano il panorama spazia sui laghi Succotto e Cernello mentre poco distante svetta l’elegante Monte Pradella.

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