A Cornalba, imbrattata la bacheca dei partigiani

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Cornalba – Vandali in azione nei giorni scorsi lungo il sentiero che a Cornalba, in Valle Serina, ricorda l’eccidio dei partigiani durante la seconda guerra mondiale. «La bacheca del “Sentiero partigiano” dei Martiri di Cornalba, posta all’inizio del sentiero per il monte Alben – spiega una nota dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia, sezione di Valle Brembana – è stata imbrattata da alcune scritte. In questi giorni alcuni soci hanno effettuato un sopralluogo verificando e fotografando l’atto vandalico. Da quanto visto e dato sapere, oltreché dal tipo di scritte e grafia, sembra più una stupida goliardata di fine anno che l’ennesimo atto incivile effettuato da nazifascisti.

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Il tesoro del Monte Alben è una primula

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Oltre il Colle – Le primule bergamasche sono oggetto d’interesse e di studio non solo in Italia, ma anche all’estero. Tanto che nei giorni scorsi è arrivato uno studioso scozzese: si chiama Sid Clarke e ormai è un habitué della valle, dove era già passato negli scorsi anni per le sue ricerche sui fiori. Dal Berwickshire, a sud di Edimburgo, è giunto in camper con la compagna Maggie per fotografare e studiare da vicino uno degli endemismi più preziosi delle Orobie: la Primula albenensis, o Primula del monte Alben. Questo fiore cresce sui versanti dolomitici dell’Alben, trovando alloggio nelle fessure e nelle cavità create dall’azione erosiva degli agenti atmosferici.

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Antonio Baroni, la grande guida sulle pareti a piedi nudi

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Sussia – Di lui si conoscono ben pochi ritratti. Tre o quattro fotografie in tutto, ma l’immagine più nota assunta quasi a simbolo dell’alpinismo bergamasco, è la foto scattata ad Antonio Baroni nel 1908. Si vede un uomo nello splendore di una vecchiaia che non lo aveva piegato nonostante una vita dura, di grandi fatiche e sacrifici. Il fotografo lo aveva messo in posa ma non c’è niente di artificioso nella sua figura: la corda di canapa ben sistemata, lo zaino, il cappello dall’ampia tesa; di lui colpiscono soprattutto due aspetti: lo sguardo limpido e fiero, le mani che da come stringono il ferro della massiccia piccozza rivelano una grande forza. Aveva 75 anni. Un secolo fa Antonio Baroni moriva nella sua casa a Sussia, un ritaglio di verde sopra San Pellegrino Terme. Era il mattino del 21 aprile 1912. Ieri è stato ricordato con una Messa nella chiesetta di San Michele a pochi metri dalla sua antica casa: un angolo di quiete in Val Brembana, che nell’arco della sua vita non aveva mai lasciato.

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Impianti Ski dell’Alben e Arera: storie di sfregi

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Oltre il Colle – Gli impianti sciistici abbandonati, un nuovo viaggio nel degrado. Già negli anni Ottanta era evidente il problema delle piste costruite a quote troppo basse. I segni degli impianti sciistici abbandonati sono sfregi sulle montagne bergamasche. La vista oggi è desolante in diverse località delle valli orobiche, ma la storia di quel degrado parte da lontano. Era il 1988 e Valerio Bettoni era assessore provinciale al Turismo; quell’anno sui tavoli della Provincia, della Regione e dei giornali arrivò un documento scritto da lui che tuonava contro il rischio di chiusura degli impianti dell’Alben, a Oltre il Colle. Impianti che appena nati boccheggiavano già, mancanza di neve, emergenza continua: «Così non possono stare in piedi», disse l’assessore provinciale e infatti i piedi cedettero subito e dall’Alben se ne andarono tutti. Lì in mezzo a quel pugno di fiori gialli, che in questi giorni fanno sembrare l’Alben un sole riflesso, rimangono gli skilift e la seggiovia, arrugginiti, con una recinzione rotta che cerca di non farli notare troppo ai turisti.

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