Impazza il Carnevale, alloro a Lenna e Roncobello

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Alta Val Brembana – Un grande successo, alla faccia di tutto quanto era maledettamente in salita: il percorso, il meteo ballerino che ha imposto il rinvio, i «piccoli numeri» di paesi dal cuore grande. È stato un tripudio di colori e genuino entusiasmo il Carnevale dell’alta Val Brembana, coordinato dalla Pro loco di Piazza Brembana e sostenuto da vicariato locale, Comuni e commercianti. A dispetto di un «bacino d’utenza» che conta meno di tremila abitanti, erano ben undici i gruppi mascherati che si sono radunati a Valnegra davanti alle scuole. Allestimenti molto curati hanno offerto un colpo d’occhio di grande effetto e fatto la gioia dei più piccini, a cominciare dai bimbi del locale nido Linus e delle scuole materne e primarie della zona. Il lungo corteo ha percorso i circa due chilometri che salgono sino a Moio de’ Calvi, dove in piazza IV Novembre si sono svolte l’animazione finale e le premiazioni. La classifica di merito (stilata in base ai giudizi incrociati espressi dai gruppi iscritti) ha assegnato il primo posto ex aequo al gruppo «Heidi nella valle dei Ruk» di Roncobello e «Alice nel paese delle meraviglie» di Lenna.

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Mele brembane, un marchio a tutela dei 200 frutticoltori

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SONY DSCPiazza Brembana – Un nuovo marchio per garantire qualità e territorialità. Viene presentato domenica 15 dicembre a Piazza Brembana, nell’ambito del tradizionale pranzo di fine anno, il nuovo marchio «Mela Val Brembana», promosso dall’Associazione frutticoltori e agricoltori Valle Brembana (Afavb). «Il crescente apprezzamento dei consumatori – sottolinea il presidente Davide Calvi – richiedeva un passo deciso per dare riconoscibilità ai frutti della nostra valle, per evitare che altri possano sfruttare a fini meramente commerciali l’impegno che da oltre vent’anni tanti volontari portano avanti con passione e competenza ». Questione di tutela, ma anche espressione di un patrimonio che unisce coltura e cultura in chiave di promozione territoriale. Il nuovo marchio, ideato da Paolo Lorenzo Gelmi in tandem con Radici Due Gandino, «si presenta fresco come una mela, con i colori della nostra valle». In effetti la vistosa scelta cromatica ha un fine ben preciso, mettendo in evidenza i colori della natura e quelli delle varietà di mela (Golden, Gala, Red Delicious, Renetta e Topaz) coltivate da oltre 200 frutticoltori in aree montane altrimenti destinate al degrado.

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Arlecchino, giù la maschera

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Cornello dei Tasso – In tempi come questi, spesso per lavorare si espatria. Lo si legge sui giornali e ce lo raccontano gli amici. Ma a volte, nello stupore generale, succede anche il contrario. Diciamolo forte e chiaro: a volte ritornano. E quando ritornano, va da sé, fanno notizia. La notizia, in questo caso, si intitola «Io, Arlecchino», film quasi tutto bergamasco le cui riprese sono in corso tra il teatro Sociale e Cornello dei Tasso. Il protagonista – della notizia, non del film: del film è co-regista con Giorgio Pasotti e co-sceneggiatore con Maurice Caldera – si chiama Matteo Bini. Trentenne, bergamasco, partito dalla zolla natia due anni fa per frequentare la National Film School di Londra, città in cui ritornerà per dedicarsi al montaggio di questa sua prima prova da capitano della nave: lui che, nella nave, era sempre stato in «sala macchine», occupandosi di montaggio come gli accadde con «Girlfriend in a coma», documentario di Annalisa Piras e Bill Emmott.

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Arlecchino, una statua per la valle Brembana

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arlecchinoValle Brembana – Sarà alta tre metri, in marmo bianco di Carrara, dipinta nella tradizionale casacca a pezze colorate e poggerà su un basamento di arabescato orobico di due metri. Il progetto della statuascultura di Arlecchino, prevista alla rotatoria di Villa d’Almè, è pronto. Presentato martedì scorso nella sede della Comunità montana Valle Brembana, a Piazza Brembana, ora attende il finanziamento. Servono 64 mila euro – tanti, forse, in tempi di crisi – ma la cordata per riuscire a raccoglierli è partita da tempo e le premesse per la sua realizzazione sembrano esserci tutte. A partire dal primo assenso dei sindaci – una quindicina – presenti all’incontro di Piazza Brembana con l’attore Giorgio Pasotti e la produzione del film «Io, Arlecchino». La scultura, infatti, nasce dalla volontà di alcuni imprenditori della valle di accompagnare le riprese e poi l’uscita del film con un segno visibile dell’appartenenza della maschera alla terra brembana. Il disegno e la successiva realizzazione della statua sono di «Sonzogni pietre antiche» di Zogno, azienda leader negli allestimenti, con marmi e graniti, di prestigiose dimore in tutta Italia. La Comunità montana, presente all’incontro con il presidente Alberto Mazzoleni e il vice Giovanni Fattori, farà la sua parte con una quota.

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