Manifattura Valle Brembana, è fallimento, in ansia 310 dipendenti

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logo_home_smallZogno – Il Tribunale di Bergamo mercoledì 15 ottobre ha emesso il decreto di fallimento per la Manifattura Valle Brembana che ha sede a Zogno. Per 310 dipendenti un amaro epilogo di una lunga agonia industriale che lascia molto amaro in bocca. “Purtroppo questa conclusione era nell’aria – afferma Raffaele Salvatoni della Femca Cisl – da tempo la situazione degenerava e non c’era un vero piano industriale capace di ribaltare le cattive condizioni in cui versa la crisi del tessile”. Una concorrenza spietata che arriva non solo dal Far Est, ma anche da Turchia e Paesi Nordafricani che offrono un costo della mano d’opera bassissimo abbinato a macchinari di alta tecnologia.

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Manifattura Valle Brembana: c’è la firma sulla solidarietà

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Dopo l’accordo siglato alla vigilia di Natale, è stata ratificata ieri dalle parti la firma per un altro anno di solidarietà alla Manifattura Valle Brembana. Il contratto, che va a sovrapporsi al precedente in scadenza, coinvolgerà tutti gli attuali 377 lavoratori della storica azienda di Zogno, con un turnover che prevederà sempre almeno 150 persone per turno, con la più ampia rotazione possibile.

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Manifattura Valle Brembana arriva il rinnovo per un altro anno

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Ancora un anno di solidarietà alla Manifattura Valle Brembana. L’accordo è stato raggiunto dall’azienda di Zogno e dai sindacati e ora si attende il 10 gennaio per la ratifica della firma che coinvolgerà gli attuali 377 lavoratori. Uno strumento che in Manifattura conoscono bene quello legato ai contratti di solidarietà: il primo era già in vigore nel 2006 al momento del passaggio delle consegne dalla famiglia Polli, all’attuale Fingest, che ha in portafoglio anche la comasca Oltolina, altro marchio storico della camiceria di qualità.

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Miti, in assemblea i nodi del confronto

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Miti Zogno I sindacati consulteranno venerdì i lavoratori della Miti (Manifattura italiana tessuti indemagliabili) a Zogno e Urgnano. «Riferiremo sulle aperture e sulle difficoltà incontrate», spiegano i sindacalisti che seguono la vertenza aperta dall’annuncio di una riorganizzazione che prevederebbe 41 esuberi: 34 a Zogno, su 75 addetti, e 7 a Urgnano, su 170. Dopo l’apertura di massima registrata già al precedente incontro, ieri il confronto con l’azienda è entrato nel merito delle possibili soluzioni alternative alla mobilità e si è cominciato a discutere di cassa integrazione straordinaria.

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