pagine-verdiOrobie – Con così tanta superficie magnifica, perché voler andare sulla luna?». Se lo chiedeva Erri de Luca e verrebbe da rispondere che è ovvio, l'impulso verso l'ignoto, per l'uomo dacché esiste, è sempre stato più forte di quello verso ciò che già possiede. Ma in fondo non è così semplice. Lo dimostra il fatto che le iniziative estive promosse dalle valli e Seriana nell'ambito del cartellone Pagine verdi 2013 – incontri tra natura e cultura nei territori del Parco delle Orobie bergamasche – hanno l'ambizioso obiettivo di svelare ciò che di ancora sconosciuto si cela nei territori che spesso attraversiamo e costituiscono la nostra geografia abituale.

Le sorprese non dovrebbero mancare: snodandosi attraverso 16 pomeriggi e con un numero di eventi raddoppiato rispetto a quelli dell'anno scorso, lo scopo dichiarato di questa iniziativa allargata alla Val Seriana è quanto mai attraente, cioè indagare il binomio natura-cultura e riflettere sul passato, consci che contiene il futuro, oltre che il senso di ciò che siamo. E conoscere l'ambiente del Parco da un altro punto di vista, non vuol dire in fondo andare davvero sulla luna? L'opportunità è quella di valorizzare ciò che si dà per scontato, ossia il territorio che ci appartiene, e che spesso ci appartiene solo sulla carta – ci appartiene dunque pienamente? La biblioteca di piazza Brembana, responsabile dell'organizzazione, coinvolgendo tutto il sistema bibliotecario del nord ovest e della Seriana, insieme ai comuni dell'alta Valle Brembana e alle numerose associazioni attive sul territorio, offrirà incontri con autori, naturalisti, momenti musicali, mostre fotografiche e prodotti tipici: perché la natura offre, la cultura si mangia e il territorio è già viaggio.

Sbirciando nel cartellone, il primo consiglio è non perdersi l'incontro inaugurale, intitolato «Spingendo la notte più in là», e che vedrà protagonista Mario Calabresi, direttore della Stampa e autore dell'omonimo libro (Mondadori, collana Strade blu) che racconta, partendo dalla morte del commissario Calabresi, lo sprofondo plumbeo degli anni Settanta; tra memoria collettiva e ricordi personali, tra biografia politica e battaglia della memoria contro l'oblio (vedi box). Anche l'appuntamento di Gandino dopodomani, 12 luglio, sempre alle 15.30 come tutti gli altri, sarà ricco di spunti. Ottima occasione per riflettere su ciò che significhi raccontare, presso la Ciodera Torri si terrà una performance dal titolo «Tessitura, musica e narrazione», che vedrà Letizia Rossini al telaio, Marco Lorenzi e Augusto Balestra alle viole e flauti, Bianca Bertocchi e Cristiana Paladini alternarsi alla voce narrante. Al termine, visita guidata al museo della tessitura di Gandino. Il 25 luglio Giusi Quarenghi – Piazza Brembana, località Fondi – incontrerà il pubblico, e il tema della sua riflessione ad alta voce sarà: «Narrare il pane, impastare storie» sarà il tema della sua riflessione ad alta voce. Il 21 agosto in Piazza Brembana (via San Bernardo presso la Cantina Casermù) si potranno ascoltare invece i «Racconti della stalla». Doppio appuntamento, poi, con la mostra «L'orso bruno è tra le nostre montagne… Conosciamolo », dall'1 all'11 agosto a Valbondione presso Forni Fusori Gavazzo, e dal 14 al 21 agosto a Santa Brigida, nella Sala Polivalente. Dal 19 al 26, sarà possibile visitare, con sede in Piazza Brembana, quella intitolata «Ghiacciai lombardi: evoluzione e attualità».

Infine, il 2 agosto, a Parre, presso l'Oratorio della Santissima Trinità, val la pena segnalare Emanuela Scarpellini, autrice di «A tavola! Gli italiani in 7 pranzi» (Laterza), che, presentata da Paolo Leone e con la presenza dello storico Aldo Imberti, racconterà il cibo degli italiani come carta d'identità, testimonianza non meno significativa di quella storica o politica. «Quel che è importante è lo spirito di questa manifestazione – racconta infine Alessandro Seghezzi -. Abbiamo cercato posti non molto noti e li presenteremo al pubblico insieme ai libri, agli spettacoli e alle attività. Lo scopo? Raccontare l'identità delle Orobie. Qui si trovano tesori inestimabili: contrade sperdute, chiese che ospitano quadri del e che sono quasi sempre chiuse. Noi le apriremo». Ma sempre – sottolinea – nel rispetto di tutte le vocazioni del luogo. «Non interferiremo col turismo preesistente. Ne stimoleremo un altro». L'anno scorso si sono registrate 1500 presenze.

Marco Archetti – Il Corriere della Sera – Bergamo e Provincia