remuzzi1Si fa sera e rientro nella mia piccola dei Quadre, vicina al sotto i boschi dell'Avaro e vicina alla d'Inferno di Ornica. Lascio l'auto e m'incammino nel bosco come sempre. È buio e la mia torcia illumina qualche centimetro quadrato di terra. La mia piccola Martina mi tiene la mano più forte del solito e mi sta molto vicina, con voce bassa mi dice: papi ma l'orso dove sarà adesso?. La rassicuro, l'orso compie lunghi spostamenti e difficilmente si trova ancora nei dintorni. Ma nella mia testa qualche pensiero c'è: ci starà guardando, che penserà? Penserà che io sono a casa sua o che lui è a casa mia?

Avrà più paura lui o noi? Sarà affamato ancora? Poi ricordo gli avanzi di frutta e verdura, che lascio sempre nel prato fuori di casa, l'avranno attirato? Non è facile convivere con l'orso e non è semplice convivere con l'uomo». A scrivere è il sindaco di , Ezio Remuzzi. Racconta la sua esperienza, per far capire come attorno ai boschi della la vita sia cambiata, anche nelle piccole cose, da quando bisogna convivere con JJ5. «Sotto l'aspetto naturalistico è una bellissima notizia – continua -.

Posso pensare che l'orso può vivere ancora sulle nostre . Poi rifletto subito sull'aspetto pratico e gestionale, resto preoccupato per la difficile, se non impossibile, convivenza fra l'animale e l'uomo». Gli esperti rassicurano, ma la quotidianità è diversa: «Le non vanno più nel bosco da sole. E andar nel bosco vuol dire andare a curare il pollaio, le piante di o l'orto, andare a far legna». Da qui l'amara conclusione: «JJ5 è un essere vivente speciale e per questo da rispettare, il rispetto migliore, però, si traduce nel portarlo in un ambiente che meglio si presti alle sue esigenze e che ne assicuri la sopravvivenza».

Ezio Remuzzi sindaco di Cusio