Da tutto il mondo per il rilancio del centro termale La scelta finale sarà compiuta da e Benetton. I magnifici sette. Sono i progetti per il rilancio di San Pellegrino, elaborati da altrettanti architetti di fama internazionale. Sono sette, ne resteranno due, probabilmente tre, e poi arriverà il momento della scelta finale: al vincitore verrà conferito l'incarico di redigere il masterplan generale 'area e il progetto del nuovo centro termale e del nuovo .
La commissione composta da Vito Sonzogni, Aurelio Galfetti, Gaetano Puglielli, Clement Vachont e Franco Marsan (con Carlo Spinelli della Stilo, società del , nelle vesti di segretario) ha già effettuato una prima scrematura dei lavori e, soprattutto, si è confrontata con i progettisti. Entro pochi giorni ci sarà la comunicazione ufficiale dei nomi dei selezionati, verso fine aprile potrebbe esserci la scelta del vincitore.

La sfida del futuro. Scelta che sarà effettuata da una giuria di assoluto livello: Antonio Percassi, l'imprenditore che ha scommesso su San , il presidente della spa Stefano Agostini e Luciano Benetton. L'imprenditore trevigiano ha già fatto capolino lo scorso ottobre nella cittadina termale, su espresso invito di Percassi, suo partner economico da 30 anni. In quell'occasione gli era stato illustrato il progetto di rilancio di San Pellegrino: una scommessa tra passato e futuro, giocando cioè su un equilibrio inedito tra il (meraviglioso) casinò e il Grand Hotel da un lato e le nuove strutture ricettive e termali dall'altro. Tutto con un obiettivo, ambizioso come pochi e più volte ribadito dallo stesso Percassi: «Fare le più belle terme del mondo». E di riflesso rilanciare l'economia della Valle, provando a dare una nuova vocazione al territorio: quel turismo (d'elite e non) che può diventare la via d'uscita dalla crisi del manifatturiero che sta attanagliando l'economia, e non.

Il fronte italiano
Al concorso internazionale hanno aderito sette architetti (o team), e da un primo esame delle proposte pervenute, gli elaborati sono tutti di alto livello. Chiaro che sull'approccio al tema ha influito la propria storia e cultura personale: c'è chi ha scelto soluzioni decisamente eleganti (al limite del minimalismo) e soft e chi invece ha preferito dare un segno «forte» alla propria proposta, come a volerla ulteriormente caratterizzare. Due dei concorrenti sono made in Italy, uno addirittura made in : si tratta dello studio DeOtto (Mauro Piantelli, Massimo Bressanelli e Carlo Vailati), da tempo collaboratori stretti del gruppo Percassi. Tra i loro lavori, il progetto dello stadio a Grassobbio e l'hotel a Orio al Serio. Il veneziano Tobia Scarpa è invece docente alla facoltà di disegno industriale della città lagunare: molto attivo nel campo del design, ha realizzato opere e progetti per B&B, Cassina, Flos, IB Office.

E quello internazionale
Il fronte d'internazionale si apre con lo studio Emtb , dove in verità c'è un pezzo d'Italia: la milanese Benedetta Tagliabue Miralles, fondatrice con Eric Miralles dello studio di Barcellona. Tra le loro opere, i campus universitari di Vigo (in Spagna) e il porto di Amburgo.

Il portoghese Eduardo Souto De Moura ha conquistato nel 2004 il premio Secil per lo stadio di Braga. Docente all'università di Oporto, ha lì realizzato il e la casa dell'arte. Hany Rashid è invece nato in Egitto, ma la sua formazione è maturata in Inghilterra e Canada. La sua base è lo studio Asymptote di New York, da lui fondato.

Dagli Usa si torna alla vecchia Europa con un fuoriclasse come Dominique Perrault , architetto francese che ha realizzato – tra le altre cose – la biblioteca Mitterand a Parigi e sta lavorando al nuovo teatro Marinsky di San Pietroburgo e all'università femminile di Seul. Il giro intorno al mondo si chiude con il giapponese Kengo Kuma , architetto con una particolare cura per i materiali delle sue opere. Una panoramica a cavallo dei continenti non casuale: tanti modi di vedere lo stesso problema, tante soluzioni differenti. San Pellegrino chiama il mondo, e la prima risposta fa ben sperare.

Dino Nikpalj – L'Eco di Bergamo