Distribuite diecimila piantine da frutto
Moio de Calvi Articolo letto da 1.304 utenti - Pubblicato il 31 Marzo 2010Moio de' calvi – Erano diverse centinaia i novelli frutticoltori che sabato scorso, a Moio de' Calvi hanno letteralmente preso d'assalto il sagrato della chiesa parrocchiale, dove l'Associazione frutticoltori e agricoltori Valle Brembana, ha organizzato l'annuale distribuzione di piante da frutto. Un'affluenza record e un banco di prova brillantemente superato dagli organizzatori, che hanno gestito il grande flusso di appassionati, grazie anche alla collaborazione degli agenti della polizia locale e del Corpo forestale. Per l'intera mattinata giovani pensionati, ma anche impiegati, casalinghe, operai e agricoltori, hanno ritirato piante e arbusti prenotati sin da dicembre. Circa diecimila pianticelle, con il melo a farla da padrone. Richieste sostenute anche per pero, pesco, albicocco, ciliegio, susino, kiwi e piccoli frutti, apprezzata new entry degli ultimi anni. Un «ritorno alla terra» che conferma i meriti dell'associazione che annovera oltre 300 soci.
«Il nostro obiettivo – spiega il presidente Davide Calvi che è anche sindaco di Moio – è incentivare la realizzazione di frutteti in valle. Grazie al nostro impegno dal 1996 sono state messe a dimora in Valle Brembana almeno 130 mila piante. Abbiamo sviluppato progetti nelle scuole, tanto che il nostro logo è stato scelto attraverso un concorso fra i ragazzi. Nelle scorse settimane abbiamo incontrato, con tanto entusiasmo i ragazzi delle medie di Costa serina, Serina e oltre il colle». L'annuale distribuzione delle piante novelle (selezionate da un vivaio trentino) è un happening di primavera irrinunciabile. Non ha voluto mancare nemmeno Orfeo Damiani, assessore all'Agricoltura della comunità montana, che in questi anni insieme alla provincia di bergamo e al parco delle orobie ha sostenuto i progetti dell'associazione. È possibile contattare l'associazione tramite il sito internet www.afavb.com oppure ai recapiti 0345.81155 (telefono) e 0345.82749 (fax).
L'Eco di Bergamo
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