Scatta il conto alla rovescia a Cusio. E per la precisione si parte dal numero 60. Sono i giorni che la Regione ha stabilito per permettere all'amministrazione comunale di adottare il Piano di zonizzazione acustica, pena il commissario ad acta. Se non rispetterà i tempi sarà nominato un funzionario pubblico per l'espletamento delle procedure previste dalla normativa. L'ultimatum è giunto martedì sul tavolo del sindaco, Ezio Remuzzi. «La Regione ci sta diffidando perché siamo in ritardo e noi provvederemo al più presto – dice il primo cittadino – ma mi vien da sorridere: questo è sintomo di quanto i provvedimenti siano poco calati nella realtà dei territori».

A oggi il piano è stato redatto e visionato dalla Giunta comunale e Remuzzi assicura che sarà approvato nel prossimo Consiglio comunale, ma «il documento rimarrà chiuso in qualche cassetto e purtroppo la spesa incide sulle tasche della popolazione». L'iter burocratico che intercorre tra l'approvazione e l'adozione cittadino –. Una lunga serie di strumenti, alcuni molto utili, come lo studio del reticolo idrico minore o il piano geologico, perché diventano indispensabili per la prevenzione dei dissesti ambientali, ma se adeguati alla realtà del territorio».

Alcune aree di Cusio, come in tutti i territori montani, sono già sottoposte a una serie di vincoli a salvaguardia dell'ambiente, come le Zone di protezione speciale, i Siti di interesse comunitario e l'area del Parco delle . «Nell'arco di due bilanci stiamo impegnando grandi risorse per tutti questi strumenti di prevenzione e pianificazione, mentre rispetto all'assistenza alle possiamo impegnare cifre ben più limitate – dice Remuzzi –. L'auspicio è che tali investimenti possano creare una pianificazione che abbia validità per diversi anni: mi spaventa, infatti, l'idea che per nuove prossime normative si debba in tempi brevi rimettere mano alle casse comunali per aggiornare i documenti». Il sindaco, però, pare non sia il solo. «Confrontandomi con alcuni amministratori della zona, sono emerse molte perplessità sull'utilità di questo strumento di zonizzazione acustica – sostiene Remuzzi –. Facciamo tra
Comuni per costruire servizi associati e poi ci ritroviamo a dover spendere parte del nostro bilancio in documenti che in montagna sono inutili».

Arizzi – L'Eco di Bergamo