Da per maxiconcerto in sette chiese Tremila prenotazioni per ascoltarli dal Duomo
Dopo i campanili sotto il Big Ben di Londra ora le campane attorno alla Scala di . I baby campanari di Roncobello, reduci da un gemellaggio con i colleghi inglesi, affascinano con la loro musica d'altri tempi, con l'abilità nel manovrare corde e tirare in piedi campane, arte manuale quasi scomparsa in molte città d'Italia. Come a Milano, tappa che li vedrà protagonisti addirittura del Festival internazionale della musica, inseriti nel programma prima della London Symphony Orchestra (che suonerà la sera di domenica) e dopo Uto Ughi (che si è esibito ieri), per fare solo alcuni dei nomi eccellenti che fino al 25 settembre saliranno sui palchi di Milano.

Domenica, dalle 8, faranno risuonare le campane all'ombra della Madonnina «riportando l'orecchio – spiegano gli organizzatori – all'eco originale dei bronzi, come venivano ascoltati nei giorni di festa tra la fine del XVIII e l'inizio del XX secolo». Saranno una ventina, tra i 9 e i 18 anni di età, accompagnati da una decina di suonatori più adulti della Federazione campanari di : insieme proporranno le classiche «scale», su campanili che hanno ancora il sistema manuale o il doppio manuale-elettrico; suoneranno nelle chiese di San Giorgio, di da Paola, nella basilica di Sant'Ambrogio e a San Vittore. Il tutto inizierà alle 8, di buon mattino. «Daremo la sveglia a molti milanesi – spiega Luca Fiocchi, 41 anni, insegnante di spagnolo all'Università Cattolica di Brescia e presidente della Federazione campanari bergamaschi –, magari dando fastidio anche a qualcuno».

Non certo, però, alle 3.000 che hanno già acquistato il biglietto per poter ascoltare il gran concerto di campane dalle terrazze del Duomo di Milano. Sarà il posto privilegiato da cui poter udire, nel miglior modo possibile, il suono provenire da sette campanili. Perché, oltre alle chiese in cui saranno impegnati i campanari orobici, le melodie arriveranno anche dagli automatici delle chiese di San Carlo, Sant'Alessandro e dal Duomo.

Alle 8 in punto partiranno i rintocchi delle tre campane cinquecentesche del Duomo di Milano, quindi pochi minuti ciascuno per le altre chiese, fino al concerto contemporaneo di 12 minuti di tutti i campanili e ancora i rintocchi finali del Duomo, con la conclusione prevista per le 8,40. Un'esecuzione manuale e simultanea, ormai rarissima, che sicuramente Milano non sentiva da secoli. E come tutti i concerti degni di questo nome anche qui ci sarà un direttore d'orchestra che, anziché la bacchetta, terrà in mano telefonino e ricetrasmittente: sarà Luca Fiocchi, dalle terrazze del Duomo, a coordinare i suoi campanari, guidando partenze e conclusioni dei rintocchi.

Alle 12,15 nella chiesa di Santo Stefano, non lontano dal Duomo, gli allievi della Scuola terranno un concerto di campanine (antichi xilofoni popolari costruiti con listelli di vetro, ottone, ferro o alluminio, su cui vengono suonate le melodie tramandate oralmente da secoli), il primo di questo genere a Milano.

E stamattina dalle 11,30, all'Ottagono della Galleria Vittorio Emanuele di Milano, sul palco allestito appositamente per le anteprime del festival, Luca Fiocchi con gli allievi Francesco Begnis, Manuel Cortinovis e Noriko Hakubi (giapponese residente a Moio de' ) terranno un miniconcerto di campanine, alla presenza anche della stampa.

«Fa un po' effetto trovarsi in un festival accanto alle orchestre più famose del mondo – spiega Fiocchi – ma, seppure questo sia l'evento più importante a cui, finora, abbiamo preso parte, ai nostri ragazzi non interessa diventare dei personaggi.

A loro basta fare nuove esperienze, conoscere luoghi e persone, e imparare divertendosi. Mentre per noi è fondamentale cercare di far riscoprire e rivalutare il , una tradizione che rischiava di andare persa. Come è successo a Milano, città ricca di chiese e campane ma pressocché priva di campanari, salvo poche e lodevoli eccezioni». E così, per riscoprire il suono delle sue campane, il capoluogo lombardo ha dovuto bussare in quel di Bergamo e chiedere aiuto agli allievi del piccolo Roncobello.

Giovanni Ghisalberti – L'Eco di Bergamo