Foto dei Fratelli CalviI Fratelli sono una delle più grandi leggende che la terra valligiana abbia mai sfornato, uomini di grandissimo valore sia fisico sia intellettuale: Attilio, Santino, Giannino e Natale nascono a Piazza Brembana sul finire dell'Ottocento dal cavaliere Gerolamo Calvi, a lungo sindaco del paese, e da Clelia Pizzigoni; furono militari ed ufficiali degli , che operarono durante la Prima Guerra Mondiale, ma non si distinsero solo nell'attività bellica.

Peccato che, in e fuori, pochi conoscano la storia straordinaria vita dei quattro fratelli.

Per tutti i curiosi riportiamo qui dei brevi accenni di ognuno dei quattro, così come viene riportato su Wikipedia, l'enciclopedia libera on-line. Per questo possono venire riportate alcune piccole inesattezze, se qualcuno le riscontra invitiamo a segnalarlo nei commenti, così come eventuali aggiunte o aneddoti.

Faremo un articolo per ognuno, cominciando da Attilio. Buona Lettura!

Attilio Calvi

(, 4 novembre 1889 – Temù (BS), 1 maggio 1916)

   
   

Primo dei quattro fratelli, Attilio Calvi ebbe la possibilità di intraprendere gli studi, che permisero di ottenere la laurea in legge. Non poté però esercitare a lungo la professione di avvocato, dato che già nel novembre del 1911 fu chiamato a servire la patria nella guerra di Libia. Arruolato nella 51esima compagnia del 5° alpini con il grado di sottotenente, ebbe modo di mettersi in evidenza tanto da essere insignito con una medaglia di bronzo al valor militare, grazie alla calma ed al coraggio messi in campo.

Grande conoscitore delle , esperto alpinista nonché membro di un noto gruppo di arrampicatori su roccia, allo scoppio della prima guerra mondiale, il 23 maggio 1915, fu inquadrato nella 50° compagnia del battaglione degli alpini “Edolo” con il ruolo di tenente. Nello stesso corpo ebbe modo di stringere amicizia con Gennaro Sora, bergamasco come lui, e fare conoscenza con il volontario Cesare Battisti.

I primi combattimenti lo videro impegnato nella zona del Montozzo, nei monti tra l'Adamello ed il Tonale. Qui si distinse per l'ardore e l'abnegazione per la causa, cosa che gli fece ottenere la stima sia dei superiori che dei suoi soldati. In tal senso, il 21 agosto durante la spedizione volta alla conquista di Punta Albiolo, sita nel gruppo del Tonale, sfidando il pericolo riuscì ad espugnare la postazione degli austriaci. Questa situazione gli valse la sua seconda medaglia di bronzo.

Il mese seguente, precisamente il 25 settembre, si rese protagonista anche della conquista del Torrione dell'Albiolo. Con soli quattro uomini e sotto il fuoco del nemico distante solo una decina di metri, con la sua proverbiale calma portò l'assalto decisivo, situazione che gli valse un'altra medaglia, questa volta d'argento.

Con l'inizio dell'autunno venne trasferito al Rifugio Garibaldi, dove era presente anche il fratello Natalino, al fine di preparare una nuova battaglia sull'Adamello.

Nell'aprile del 1916 fu impegnato nell'aspra lotta volta ad ottenere la supremazia sulla zona dell'Adamello. Le operazioni, dirette dal comandante Giordana, prevedevano la partenza dal rifugio Garibaldi, quartier generale degli italiani, e la suddivisione in tre tronconi dell'armata d'attacco. La prima fu affidata proprio ad Attilio Calvi, la seconda a suo fratello Natalino, capitano di compagnia, mentre la terza al sottotenente Del Curto. L'andamento della battaglia, rinominata la battaglia della Lobbia, fu incerto fino all'ultimo, ma l'abilità dei due fratelli fece in modo che l'esito sorridesse alle truppe italiane. Attilio Calvi in particolare, dopo aver svolto il compito assegnatogli, andò ad aiutare il terzo nucleo che, in difficoltà, era rimasto sulle posizioni iniziali, senza riuscire a conquistare il Dosson di Genova Il suo intervento fu risolutivo poiché, dopo uno smodato utilizzo di artiglieria pesante, la conquista della zona divenne realtà con la ritirata degli austriaci.

In una giornata da tregenda, tra le nubi basse, le nevi del ghiacciaio ed i cornicioni di pietra ad oltre 3000 metri di quota, rimasero feriti a morte molti alpini. Tra loro anche Attilio Calvi, che si spense dopo due giorni di agonia, il primo dei fratelli a cadere in guerra. A lui venne dedicata una di queste cime, appartenente al gruppo dell'Adamello, ribattezzata proprio Attilio Calvi, a quota 3291 metri s.l.m.

Alla memoria gli fu conferito il grado di capitano, e venne decorato con altre due medaglie d'argento, la croce francese e la croce di guerra.

La sua figura venne inoltre ricordata in seguito da Bortolo Belotti, che ne fece eseguire un busto marmoreo nella propria villa a Zogno, come esempio di coraggio e amore per la patria.

Da www.wikipedia.it