Ecco la seconda puntata della breve storia dei Fratelli : dopo Attilio è la volta di Natale.

Natale Calvi

Piazza , 26 febbraio 1887 – Adamello 16 settembre 1920

Natale Calvi, meglio conosciuto come Nino, era un grande appassionato di montagna, che visse sempre intensamente a causa del fatto che il paese in cui nacque era immerso tra le cime delle Orobie. Maturò quindi grande esperienza in ambito alpinistico diventando membro, al pari del fratello Attilio, di un gruppo di arrampicatori su roccia. Ottenne anche un buon grado d'istruzione, conseguendo la maturità classica. Non poté proseguire gli studi a causa della chiamata per la spedizione in Libia, nella quale venne inquadrato come ufficiale nel 5° . Ritornato in patria nel 1914, fu nuovamente chiamato alle armi per l'avvento della prima guerra mondiale, e fu inserito nel battaglione “Edolo” del 5° alpini con il ruolo di ufficiale. Fin dai primi combattimenti, che lo videro impegnato tra i monti della zona dell'Adamello e del Tonale, mise in evidenza la tempra ed il carattere che lo contraddistinguevano e che, uniti all'ottima familiarità con le , gli fecero ottenere la promozione a ruolo di capitano.

Gli venne inoltre affidato il compito di addestrare le reclute alla vita d'alta quota ed all'utilizzo delle attrezzature -alpinistiche, al fine di migliorane le prestazioni durante le esplorazioni, le spedizioni ed i combattimenti sulle vette del confine tra Italia ed Impero.

E fu con questo importante ruolo che partecipò a numerose battaglie nella zona dell'Adamello, ove era posto il confine con l'impero austro-ungarico. Una delle più importanti, nell'aprile del 1916, fu senza dubbio quella che venne ribattezzata la battaglia della Lobbia. A lui venne affidata una delle tre armate d'attacco, ed un'altra all'inseparabile fratello Attilio. L'obbiettivo era la conquisa del Dosson di Genova, zona strategica per la supremazia della zona. In condizioni estreme, tra ghiacci e pallottole nemiche, riuscì a portare a termine il suo compito (situazione che gli fruttò una medaglia d'argento), ma al rientro al quartier generale venne a conoscenza della morte in battaglia del fratello. Questo evento lo scosse molto, e si decise a proseguire con sempre maggiore ardore il suo compito nelle operazioni belliche, al fine di onorarne la memoria.

Nei mesi successivi, a partire dal maggio 1916, fu impegnato nella battaglia per la conquista del corno di Cavento, una delle cime del gruppo dell'Adamello. Nelle prime battute di questa battaglia, al comando della I° compagnia, riuscì a sorprendere il nemico con un'operazione coordinata con i vertici militari. Il possesso della cima venne alternato più volte tra le due potenze in lotta, e le lotte si protrassero per più di due anni. In queste condizioni, ad oltre 3400 metri di altitudine, si fregiò di un'altra medaglia, questa volta in bronzo.

Dopo essere stato trasferito nella zona del Monte Grappa, venne ferito nell'ottobre del 1918, rimanendo mutilato ad un piede.

Nonostante questo, una volta terminata la guerra, si cimentò in arrampicate di parecchie vette. E fu proprio durante una di queste, nel settembre del 1920 sulla parete sud dell'Adamello, che perse la vita, travolto da una valanga. Vicino a dove cadde valorosamente il fratello Attilio. Alla memoria gli venne assegnata una medaglia d'oro e la croce di guerra.

Anche queste vette tutt'ora lo onorano: poco distante dal Rifugio Garibaldi, allora quartier generale di quelle operazioni belliche, si può infatti trovare la cima Nino Calvi, appartenente al gruppo dell'Adamello.

tratto da wikipedia.it