Io, con mia moglie, i nipoti Stefano, Marco, Rosa e la cognata Caterina siamo partiti alle prime luci del 15 settembre da Pigolota di Valtorta. Abbiamo risalito la pineta che divide Valtorta da Ornica, detta Stremareggia. Giunti al Poiat, nella d'Inferno, abbiamo potuto ammirare La Sfinge, che come sappiamo è una roccia particolarmente nota a tanti escursionisti; nei pressi c'era un branco di , circa un quindicina, che tranquillamente mangiavano l'erba, ma che, appena mi hanno visto, si sono allontanati velocemente.

Gli stambecchi erano più in alto, questi si sono lasciati avvicinare e fotografare; è stato bello vedere questi in mezzo alle bellissime rocce che ci circondavano. Alle ore 10 eravamo in vetta, vicini alla grande croce del Pizzo Tre Signori; per l'emozione siamo quasi rimasti senza parole, ma il nostro fraterno abbraccio ha detto tutto quello che stava dentro di noi. Era una giornata limpida e piena di sole, mi è impossibile descrivere le meraviglie che abbiamo potuto ammirare. Dopo aver riposato un momento, ho voluto ricordare la prima volta che sono salito su questa vetta: era il 13 agosto del 1952, avevo solo diciannove anni; posso dire che da quel lontano giorno, al di fuori di pochissimi anni, sono sempre salito su questa cima, a volte anche tre o più volte all'anno.

A conti fatti questa è sicuramente la mia sessantesima volta. Posso dire però che forse, anzi, certamente, oggi sono più emozionato che quel lontano 1952: allora ero ancora giovane, e non avevo ancora imparato a conoscere, apprezzare ed amare la montagna come oggi. Sono più emozionato anche perché oggi ho vicino mia moglie. Per me è sempre bello andare in montagna, ma avere vicino la persona che si ha amato per tutta la vita è ancora più bello; io l'ho ringraziata, non solo perché oggi ha voluto essere con me, ma anche perché ha sempre condiviso la mia passione per la montagna. Lei ha tentato di dirmi qualcosa, ma non gli è stato possibile… ha solo abbassato il capo per nascondere i suoi occhi riempiti di lacrime. A Marco e Stefano ho detto che sono molto contento e orgoglioso di loro, perché amano la montagna e oramai conoscono tutte le cime più importanti delle nostre . Loro mi hanno replicato che, se sono arrivati a tanto, è anche per merito mio: si ricordano che quando erano ancora giovanissimi volevano che io li accompagnassi per fargli conoscere certi che portano in posti sconosciuti, o perlomeno poco noti, selvaggi e raggiungibili con una certa difficoltà.

La cara Rosa, anche se nella abbiamo dovuto aspettarla due volte perché aveva fame, è stato bello averla in compagnia, le sue spiritose battute sono sempre state gradite; lei mi ha detto che le piace sempre andare a fare gite in montagna, però quando è in mia compagnia le piace ancora di più, perché insegno tante cose, e anche perché si sente più sicura. La sessantaseienne Caterina ha raggiunto per la prima volta questa vetta; da un po' di tempo mi diceva che voleva anche lei andare una volta sul Tre Signori, ma voleva che anch'io ci fossi ad accompagnarla; così anche lei oggi ha felicemente realizzato il suo sogno; mi sono complimentato con lei e l'ho ringraziata per la fiducia che mi ha prestato. Prima di tornare, Marco ha voluto scrivere sul registro delle belle e significative parole di circostanza; io, di mia abitudine, ho recitato la mia personale preghiera alla Madonna, che è stata seguita e ascoltata in silenzio. Alle ore 13
abbiamo cominciato la discesa per fare ritorno alle nostre case, felici, contenti e molto soddisfatti di questa indimenticabile giornata trascorsa sulle nostre montagne.

Nazzareno Regazzoni – Tratto dall'Annuario C.A.I. Alta Valle Brembana