Seconde case nelle valli Bergamasche problema da risolvere
Senza categoria Articolo letto da 2.511 utenti - Pubblicato il 3 Maggio 2011“Le seconde case? Sono un problema. Non si può nascondere”. Sono stati presentati i dati dall'osservatorio turistico della provincia di bergamo. Uno strumento che fotografa nel dettaglio la realtà delle abitazioni turistiche nelle orobie: densità, utilizzo e implicazioni sulle destinazioni. Numeri significativi. Nelle località turistiche bergamasche le seconde case sono scarsamente utilizzate, una media di 70-75 giorni all'anno nonostante la quantità ingente di abitazioni.
Moltissime anche case non occupate: in Valbrembana la percentuale è del 58,6%, 38,5% in valle Imagna, 56,9% in Valseriana superiorem 57,1% in val di scalve, con una media delle Orobie di 43,5%. “Dobbiamo sensibilizzare gli amministratori – spiega l'assessore provinciale Giorgio Bonassoli – e questo osservatorio è il primo passo. Bisogna puntare maggiormente sull'economia diretta, soprattutto in momento di crisi economica come quello attuale”. Sul tema delle seconde case nei mesi scorsi è intervenuta anche la regione lombardia, decisa a imporre uno stop alla costruzione selvaggia nelle valli bergamasche. L'assessore al Territorio Daniele Belotti non risparmiò anche qualche tirata d'orecchie ai sindaci leghisti che amministrato Comuni in Valbrembana e Seriana. “L'assessore Belotti ha segnalato il problema – continua Bonassoli – noi cerchiamo di condividere con il territorio i progetti di riqualificazione”.
9 Risposta a “Seconde case nelle valli Bergamasche problema da risolvere”
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Inserito il 4 Maggio 2011 alle ore 13:37 GMT+0100
Sicuramente sono una risorsa per le amministrazioni, ICI, IRPEF + 33%, TASSE immondizia, acqua.
Considerando la presenza limitata ai soli giorni disponibili rispetto ai residenti.
Inserito il 4 Maggio 2011 alle ore 14:13 GMT+0100
Sig Gervasoni se sono una risorsa come mai i bilanci dei comuni brembani sono in profondo rosso?
Inserito il 4 Maggio 2011 alle ore 15:45 GMT+0100
Andate a vedere a Serina cosa hanno costruito, e’ normale una situazione simile? e continuano a farlo nonostante le indagini e la preoccupazione della provincia.
Inserito il 4 Maggio 2011 alle ore 16:10 GMT+0100
Senza considerare che la seconda case è una vincolo per il proprietario… cosa che invece non è l’albergo per il turista. Es: Se ho una seconda casa prima o poi vado ad aprirla ed a viverla… In albergo se non posso andare non vado… oppure se non gradisco vado altrove… Che poi le seconde case brembane vadano messe a sistema come in Trentino è un altro discorso del quale si è già dibattutto in abbondanza… per altro senza conclusione alcuna.
P.S. Alcuni comuni brembani sono in rosso altri no…
Inserito il 4 Maggio 2011 alle ore 19:30 GMT+0100
A Serina la situazione è imbarazzante ci sono seconde case che sono vere e proprie ville degli anni 70 e 80 oltre che ad orribili palazzi di città ora lasciati nel più completo abbandono,con tetti che vanno a pezzi e cornicioni che si lasciano andare,non se ne contano più quante sono tra Serina e le sue frazioni!Ovviamente anche per colpa dei proprietari forestieri e non che ormai non sanno più cosa farsene perchè non gli interssa più nulla di questa valle o non hanno le risorse per fare manutenzione.E sfido chiunque a comprare queste abitazioni visto quanto costerebbe sistemarle!Eppure si continua a permettere di costruire abitazioni nuove anzichè incentivare a recuperare ciò che già c’è e deturpa vistosamente questo paese.
Inserito il 4 Maggio 2011 alle ore 21:47 GMT+0100
Prendo atto con piacere che rispetto a questo tema il vento sta cambiando.
Inserito il 4 Maggio 2011 alle ore 21:47 GMT+0100
dimenticavo: forse.
Inserito il 6 Maggio 2011 alle ore 17:08 GMT+0100
Sarebbe anche utile che fosse verificata la qualità applicata alle nuove costruzioni. La Val Brembana non è solo terra di conquista da parte di chi acquista una seconda casa ( spendendo parecchio danaro ) ma anche per quegli “allegri” costruttori che,non si sa con quale abilitazione, mettono in piedi interi villagi senza avere un minimo di conoscenza delle temperature di progetto e delle condizioni ambientali dell’area. Se alcuni edifici cadono a pezzi o presentano alti costi di manutenzione, la causa di questo è da ricercare nella qualità dei materiali e nella incapacità di alcuni operatori del settore edile.
Inserito il 19 Gennaio 2012 alle ore 19:23 GMT+0100
In Svizzera si sta cercando di arginare il fenomeno di espansione disordinata di residenze secondarie nelle regioni alpine. Il progetto, sottoposto a votazione federale l’11 marzo, propone di introdurre in ogni Comune una quota massima del 20% per le abitazioni secondarie rispetto “al totale delle unità abitative e della superficie lorda per piano utilizzata a scopo abitativo”. A tale scopo, le autorità comunali dovrebbero pubblicare ogni anno un piano aggiornato delle quote di abitazioni principali e secondarie. Forse un buon esempio anche per noi? E mi riferisco sopratutto a ben noti comuni dell’Alta Valle, Piazzatorre e Foppolo tanto per fare un paio di nomi…