In occasione dell'Expo la Valle deve essere pronta con le opere viabilistiche, ricettive e turistiche. In altre parole: variante in galleria di Zogno, rilancio di San Pellegrino Terme e potenziamento delle vallari. Questo in sintesi quanto emerso durante l'incontro «Expo: la Provincia di Bergamo incontra i sindaci» promosso dall'assessorato Grandi infrastrutture nella sala consiliare di . «Non possiamo permetterci di avere le opere più importanti della valle non terminate», ha esordito il sindaco di Zogno Giuliano Ghisalberti. Stessa opinione è stata espressa dal vicesindaco di San e consigliere provinciale Vittorio : «Per la Valle Brembana Expo vuol dire variante in galleria, nuove terme e poter contare su un comprensorio sciistico ancora migliore dell'attuale. La conclusione dei grandi interventi vallari è una condizione essenziale».

All'appuntamento, a cui hanno preso parte sindaci e amministratori, rappresentanti di associazioni e cittadini, sono stati presentati alcuni progetti che la Provincia intende sviluppare. «Abbiamo sottoscritto un protocollo con la società al fine di realizzare iniziative congiunte e promuovere temi chiave come la valorizzazione del patrimonio artistico, storico e culturale – ha detto Silvia Lanzani, assessore provinciale alle Grandi infrastrutture –. Per valorizzare la partecipazione dei giovani al processo di costruzione del percorso verso l'Expo abbiamo attuato l'iniziativa “I giovani e l'Expo”, in progetto pure la riqualificazione dell'ex cementificio di Alzano, un parco agricolo tecnologico nella Bassa e un mercato permanente di prodotti tipici locali a km zero».

Alla serata erano presenti anche Fabio Marazzi del Cda della società Expo Milano e Paolo Nozza, coordinatore del tavolo di coordinamento provinciale per l'Expo. Ha poi preso la parola Alberto Mazzoleni, presidente della Comunità montana Valle Brembana: «Le Comunità montane della provincia hanno presentato alla società Expo 2015 la tematica “Dalle Alpi ai laghi, acqua come di vita e di energia”, ora attendiamo indicazioni per proseguire col progetto».

L'Eco di Bergamo