Uniacque e i «ribelli» al primo round il Tar dà ragione a Serina
Senza categoria Articolo letto da 219 utenti - Pubblicato il 5 Settembre 2013Serina – Dal mare (è in vacanza ad Andora, in Liguria) la soddisfazione di Michele Villarboito perfora i timpani. «Non ci credo! Anzi, ci credo che il Tar ha dato ragione a noi: è Uniacque l'inadempiente, non il Comune di serina. E la sentenza sta lì a dimostrarlo. Troppo felice, troppo bello». L'«attacco» l'aveva sferrato qualche mese fa Uniacque contro sette Comuni sopra i mille abitanti che finora non hanno accettato di consegnare, in comodato, le proprie reti idriche alla società ma continuano a gestirle in autonomia. Al Tribunale amministrativo, la società chiedeva di pronunciarsi sul fatto che, a fronte di una lunga serie di inviti (l'ultimo il 14 maggio 2013 da Via tasso), Serina era rimasta «colpevolmente » in silenzio.
In avvocatese, Uniacque chiedeva «l'accertamento del silenzio inadempimento serbato dall'amministrazione resistente (Serina, ndr), la quale ha omesso di adottare i necessari provvedimenti per assegnare in concessione d'uso gratuito a Uniacque spa le infrastrutture di sua proprietà afferenti al servizio idrico integrato dell'Ato». Di conseguenza, chiedeva anche l'accertamento «per la conseguente condanna dell'Amministrazione (di Serina, ndr) alla integrale consegna delle opere, beni e impianti afferenti al servizio idrico». Infine, Uniacque chiedeva al Tar «la condanna al risarcimento dei danni per responsabilità da ritardo».
Nella sentenza depositata ieri, il Tribunale amministrativo si è limitato a pronunciarsi sulla questione del silenzio, respingendo il ricorso e condannando la spa pubblica a pagare le spese di giudizio (duemila euro più Iva). La trattazione del capitolo sui risarcimenti chiesti da Uniacque va ben più per le lunghe: se ne riparla il 29 ottobre dell'anno prossimo, c'è tempo. «Ma a noi pare chiara una cosa – commenta l'avvocato per il comune di serina, Denis Campana –: se il Tar ritiene che l'Amministrazione non sia stata illegittimamente inerte, ciò significa che non si possono nemmeno chiedere risarcimenti: non c'è stato alcun ritardo causato da un silenzio che non c'è stato». Si vedrà, c'è tempo un anno e due mesi. «Abbiamo inviato decine di lettere in questi anni – dice l'ex sindaco di Serina, Michele Villarboito (ora di aviatico) – per solleciti e richieste di documentazioni a Uniacque. Mai avuta una risposta ». E la sentenza del Tar va giù pesante: «Non pare ravvisabile l'inerzia del Comune che ha, invece, subordinato il proprio adempimento all'acquisizione di determinati chiarimenti. Chiarimenti che sono stati solo parzialmente forniti e comunque solo nel corso del giudizio», ovvero nel corso dell'iter di questa causa.
«Siamo felicissimi di questa sentenza – dice l'attuale sindaco di Serina, giovanni fattori – Conferma che gli inadempienti non siamo noi: ci sono due accordi di programma firmati dal nostro Comune e dagli altri della val serina con Uniacque, che risalgono al 2005 e al 2008, i quali predisponevano al rifacimento dell'acquedotto. Avrebbe dovuto rifarlo Uniacque e non l'ha mai fatto. Ogni anno il budget entra nei bilancio della società, ma non s'è visto ancora niente. E noi dovremmo consegnare la nostra acqua, in cambio di niente? Prima le risposte, poi verrà il resto. Intanto, abbiamo vinto una battaglia». Poi c'è la guerra.
Claudia Mangili – L'Eco di bergamo
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