7La bella gara si è tenuta la prima volta nel 1936 a ricordo di un giovane alpinista. Il Trofeo è tra le più note e prestigiose gare di scialpinismo delle Alpi. Anzi, sull'arco italiano è secondo solo al Trofeo Mezzalama, che ha dalla sua il grandioso ambiente del Monte Bianco. E le centinaia di atleti che hanno preso parte all'edizione di sabato 2 maggio con le migliaia di appassionati che hanno seguito la loro impresa, hanno vissuto una giornata unica, spettacolare per condizioni d'innevamento, luci e panorami. a il non è da meno. Per storia e tradizioni (è di poco più giovane del Mezzalama) e anche per le montagne dove si svolge. Un prestigio che nasce dall'impeccabile organizzazione e dalla possibilità offerta anche a chi non è in grado di portarsi sulle creste affilate e i canalini dove passano i concorrenti, di seguire l'emozionante competizione da un punto panoramico unico: il rifugio Calvi.

L'edizione di dopodomani, domenica, è la sessantesima. In realtà il Parravicini è molto più longevo essendo nato nel 1936. Ci sono state alcune annate in cui non si è svolto (per eventi bellici o per condizioni di innevamento non buone), ma con legittimo orgoglio il Cai di domenica celebrerà una ricorrenza importante e guardando al tempo stesso al futuro di una manifestazione di grande prestigio. i chi è questo Agostino Parravicini al quale il trofeo è dedicato? Domanda legittima, anche perché molto tempo è passato da quel giorno in cui – era il 2 agosto del 1935 – il giovane alpinista perse la vita. Stava aprendo una nuova difficilissima via in Masino quando si staccò un lastrone di roccia che lo travolse tagliando al tempo stesso la corda.

Nato a Milano nel 1915 e trasferitosi poi con la famiglia in Città Alta, studente universitario, giovanissimo rivelò notevoli doti di alpinista e scalatore. Proprio poche settimane prima la disgrazia, il 28 maggio, aveva preso parte al Trofeo Mezzalama. Per ricordarlo gli amici che erano con lui in cordata e compagni di università progettarono di dar vita a una gara di scialpinismo tra le montagne tanto amate da Agostino e di intitolarla proprio a lui. Nacque così il Trofeo Parravicini, la cui prima edizione si tenne l'anno dopo, nella conca del rifugio Calvi. Ideatori Mario Pacchiana, Mimmo Invernizzi e Luigi Gazzaniga che si incaricano pure di tracciare lo splendido percorso rimasto invariato da allora.

Il trofeo viene disputato fino al 1942 poi fu sospeso per la guerra (altri stop furono causati successivamente da problemi tecnici), ma appena terminato il conflitto ecco che nel 1946 la bella gara riprende con l'organizzazione e la regia della Sezione Antonio Locatelli di Bergamo del Club Alpino Italiano. Qualche dato statistico: complessivamente nelle 59 edizioni finora disputate hanno calzato gli 1348 atleti, di cui 1186 italiani (69 donne) e 163 stranieri (una donna); due partecipazioni per 560 italiani tra cui 2 donne e 83 stranieri; record di vittorie: ben 11 del gromese Fulvio Mazzocchi e di partecipazioni concluse al traguardo – ben 23, consecutivamente dal 1971 al 2001 – del compianto Antonio Messina. Anche Achille Compagnoni, divenuto poi celebre per la salita del K2, è tra i partecipanti.

Quanti e quanto intensi potrebbero essere i ricordi che fanno la storia del Parravicini, quelli dei tempi eroici quando la domenica della gara una lunghissima teoria di escursionisti scarpinava nella alta per il che da al Calvi. «Siamo quelli del Parravicini». Sarà così anche quest'anno, per il sessantesimo con tantissima neve. Una cornice d'altri tempi. Una volta di più si potrà dire, al ritorno in città, «Siamo quelli del Parravicini».

Sergio Tiraboschi – L'Eco di Bergamo

60^ edizione Trofeo Parravicini