Serina, fierezza identitaria
Senza categoria Articolo letto da 1.918 utenti - Pubblicato il 7 Maggio 2010Abbiamo appena cominciato a parlare col sindaco, Michele Villarboito, che subito ci ricorda i nomi più illustri di Serina. Lo stesso accade col vice (anche assessore al turismo ed alla Cultura), giovanni fattori. Ma persino l'amica Alessia e l'imprenditore Ubaldo Balzi non possono fare a meno di snocciolarci tutti i personaggi che han dato lustro a questo borgo montano della bergamasca. Perfino il sito internet del municipio si affretta a sottolineare che questo e il paese nel quale è nato Palma il Vecchio. Ma allora si tratta d'una una sorta di “sport” paesano (o valligiano), basato sull'orgoglio di mandare avanti coloro che gli antichi chiamavano i “maggiori”? O è semplicemente un inviare in avanscoperta un gruppo assai rappresentativo? Forse un po' di tutto, ma principalmente chissà, magari una giusta, sacrosanta fierezza di mostrare le radici identitarie più profonde.
Alla fine del colloquio, il primo cittadino ci riempie letteralmente di pubblicazioni che il Comune ha commissionato allo storico locale più insigne, Roberto Belotti, fatto stampare, distribuito a tutti. Ed i volumi, in una splendida veste editoriale – ci viene assicurato – sono andati a ruba.
Ma procediamo con ordine.
Jacopo Palma il Vecchio è il nome d'arte di Jacopo Negretti che qui vede la luce nel 1480. A serina probabilmente rimane poco: presto si dirige verso la “capitale” dell'epoca, Venezia, ove “va a bottega”. Mette a punto la sua maniera di dipingere da Giovanni Bellini, dal Giorgione, da Vittore Carpaccio, frequenta il Tiziano. La sua arte è incentrata su soggetti mitologici, sacri e ritratti stica. Muore a Venezia nel 1528. Giovanni Pietro Tiraboschi Bombello (Serina 1573- Venezia 1655), come Palma il Vecchio – scrive il già citato Roberto Belotti nel suo “Magnifi ca Communitas Serinae” (Banca di Credito Cooperativo, Lepreno, 1997) “…dipanò il filo della sua avventura umana a Venezia, ma la sua esistenza e le sue opere segnarono concretamente la vita sociale, amministrativa e financo religiosa della comunità serinese nei secoli XVII e XVIII”. In particolare esistono documenti comprovanti gli interventi di Bombello nel 1630, anno della famosa peste”. Celebre poi è il suo testamento: imponenti donazioni vengono legate per confraternite, chiese, privati, istituzioni pubbliche, parenti, enti assistenziali.
Nella città lagunare il nostro uomo aveva fatto fortuna, con una favorevole carriera commerciale. Buon ultimo fra gli illustri è il serinese cardinale Felice Cavagnis (1841-1906). Anche questa volta è lo storico Belotti ad occuparsi del personaggio col volumetto “Cronologia del cardinal Felice Cavagnis” (parrocchia di Serina, 2006). Felice nasce a Serina; suo padre qui è medico condotto. Entra nel seminario di Bergamo a 12 anni. Nel 1857 viene trasferito a Roma, nel seminario Romano, ove si laurea in Filosofi a. Nel 1863, a 22 anni, viene ordinato sacerdote a Bergamo.
Torna a Roma per compiervi gli studi. Si laurea in Teologia, in Diritto canonico ed in Diritto civile. E' insegnante
nel collegio di Celana. Poi a Roma intraprende la carriera accademica: Nel 1888 il Cavagnis è nominato rettore del pontifi cio seminario romano. Inizia il lungo elenco delle sue pubblicazioni. Nel 1896 è promosso segretario della Congregazione degli affari ecclesiastici straordinari. In questa sua veste facilita l'accoglimento a Roma, per motivi di studio, del seminarista bergamasco Angelo Giuseppe Roncalli (il futuro papa giovanni xxiii). Nel 1901 viene nominato cardinale da Leone XIII. Il nuovo porporato viene festosamente ricevuto a Bergamo il 21 agosto 1901. Nel 1903 viene eletto nuovo papa Pio X, Giuseppe Sarto. Il 29 dicembre del 1906 Felice Cavagnis muore a Roma: Viene sepolto a Serina il 7 gennaio.
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