Pianca: il paesino si autotassa per salvare la chiesa
San Giovanni Bianco Articolo letto da 169 utenti - Pubblicato il 18 Luglio 2013San Giovanni Bianco – Autotassati per salvare la piccola chiesa del paese, dedicata al patrono Sant'Antonio abate. E, dopo il restauro di banchi, Crocefisso, statue e altre opere, è la volta del coro ligneo, datato 1700, il cui recupero è costato circa 40 mila euro. Sembra illimitata la generosità della minuscola comunità della Pianca di san giovanni bianco, una trentina di residenti, per la maggior parte pensionati e agricoltori. Domenica, alle 10,30, la Messa d'inaugurazione, con la popolazione e le istituzioni che hanno sostenuto il restauro, voluto dal parroco di San Giovanni Bianco don Luigi Manenti. «I pochi abitanti della frazione – spiega Tarcisio Bottani, storico e originario della Pianca – si sono messi all'opera per raccogliere i fondi, senza pesare sul bilancio della parrocchia, che da qualche anno è stata unita a quella di San Giovanni Bianco.
Quindi hanno cominciato con autotassarsi, raccogliendo mese dopo mese quanto ciascuna famiglia poteva offrire. Poi hanno destinato allo scopo i proventi della feste popolari. È stato così possibile mettere assieme la metà dei fondi necessari. L'altra metà è arrivata dalla Fondazione della Comunità bergamasca di bergamo e dal Bim. Un importante sostegno è venuto anche dal comune di san giovanni Bianco, che ha caldeggiato presso il Bim la concessione del contributo». Il restauro, eseguito da Gian Battista gritti, sotto la direzione della Soprintendenza di milano, è durato quasi un anno: il coro si compone di 17 stalli dotati ciascuno di inginocchiatoio e di un dossale con formella intarsiata. Gli intarsi delle formelle riproducono scene della vita di Sant'Antonio abate. «I restauri – prosegue ancora Bottani – hanno tra l'altro consentito di rimettere in luce i colori usati assieme ai pigmenti naturali delle essenze legnose, restituendo al manufatto la sua originale bellezza».
«Va assolutamente dato atto agli abitanti della Pianca della grande generosità e dell'attaccamento che finora hanno dimostrato nei confronti della loro chiesa – aggiunge il parroco di San Giovanni Bianco don Luigi Manenti –. Nel corso degli anni si sono prodigati per salvare banchi, statue e quant'altro della loro parrocchiale. Che, forse, in altro contesto sarebbe invece stata lasciata cadere».
Giovanni Ghisalberti – L'Eco di Bergamo
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