Zogno – Riportare all'originale splendore statue e monumenti nel parco Bortolo Belotti di , riordinare pure l'archivio belottiano e permetterne una fruizione a studiosi e ricercatori. Questo l'obiettivo prefissato dal già da tempo. I lavori sono giunti a conclusione e sono stati inaugurati con la presentazione delle opere restaurate e l'esposizione di ricerche sulla figura dello statista e politico liberale di fine ‘800 che ha fatto grande la Brembana. «Il visitatore ora potrà davvero immergersi in un parco che riassume e trasmette la storia brembana, le sue vicende politiche e amministrative – spiega Angelo Curnis, assessore alla Cultura di Zogno –. Si tratta di un fiore all'occhiello non solo di Zogno, ma di tutta la valle, con le sue statue e i suoi molteplici manufatti di valore storico artistico e culturale».


Edificio e parco
La giornata di presentazione dei restauri è stata prima introdotta da Gianluca La Villa nipote di Belotti, e da Ivano Sonzogni, studioso che ha effettuato le ricerche in campo belottiano, ricomponendo l'intero archivio del Belotti, quindi gli atti 'epoca e le vicende che Bortolo Belotti ha affrontato da ministro dell'industria (confinato in epoca fascista), poeta e storico. «Abbiamo investito risorse per riportare alla luce la figura del Belotti – precisa l'assessore Curnis –, l'archivio belottiano si trova al primo piano della Villa Belotti». Nello specifico la villa è posta nel cuore dell'abitato antico. L'edificio liberty, che fu dimora amatissima da Belotti, e il parco di circa 5.000 metri quadrati sul quale si affaccia (tranne il piano superiore rimasto di proprietà della famiglia Belotti, ndr), furono acquisiti nel 1981 dal Comune, che vi installò la biblioteca al piano seminterrato. Belotti era entrato in possesso del complesso nel primo decennio del ‘900. Ci aveva posto mano per renderlo aderente ai suoi raffinati gusti estetici trasformandolo in una casa signorile. Quindi organizzò in parco quello che fino ad allora era stato uno spazio agricolo.

I busti di 11 grandi
«Oggi, nel parco – prosegue Curnis –, spiccano un monumentale cedro del Libano, un giardino di pietra con sedili e divanetti nel quale Belotti incontrava i suoi illustri ospiti e una serie di busti di 11 grandi bergamaschi, opera dello scultore Nino Galizzi. È stata realizzata una nuova statua di Pietro Ruggeri identica all'originale, il manufatto autentico è stato portato nella sede del centro studi belottiano per ripararlo dalle intemperie». Ad essere restaurati pure il gioco delle bocce, panchine e tavoli in pietra di notevole pregio, in cui sono emerse scritte e decorazioni. «Gli interventi sono realizzati in tre fasi diverse nel corso degli ultimi anni – dice il sindaco di Zogno Giuliano Ghisalberti –. Ora il parco è tornato al suo splendore, luogo di incontro e studio». Circa 40 mila euro i soldi destinati agli interventi. Ad effettuare i lavori le restauratrici Mariangela Giupponi e Jenny Matarrese: «I lavori sono stati notevoli – dice Matarrese – Particolare soddisfazione ci ha dato il restauro di un prezioso tavolino con incisa una scacchiera prima non visibile a causa dello sporco. Interventi anche su busti, e monumentali scalinate di accesso al parco». Ad approfondire gli studi sulla figura belottiana e il rapporto con Pietro Ruggeri anche il cantautore e ricercatore .

L'Eco di Bergamo