– Come posso dormire tranquillo, sapendo che i poveri di questa terra hanno bisogno del Vangelo?». Non le dimenticherà mai don Luigi Manenti, parroco di San Giovanni Bianco, le parole che gli ha confidato nell'ultima sua visita monsignor Luca Milesi, vescovo-eparca emerito di Barentu, in Eritrea, scomparso improvvisamente lo scorso giovedì. Un forte attaccamento alla fede e una povertà solo materiale, non certo spirituale, caratterizzavano monsignor Milesi – spiega don Manenti. Molto semplice e cordiale, sempre pronto a dare la mano a chi si trovava in difficoltà. Mai nessuno sarebbe riuscito a portarlo via dai suoi poveri – sottolinea il parroco – che ha tanto apprezzato e aiutato pure nei momenti di maggior pericolo. Una grandezza interiore unica, forse indescrivibile. La nostra comunità lo ricorderà mercoledì prossimo con una Messa di suffragio alle 20 nella chiesa parrocchiale: parteciperanno i preti nativi del paese, i suoi compagni e tutti quelli che l'hanno conosciuto.

Sono tante le che rimpiangono monsignor Luca Milesi, 56 anni trascorsi come missionario in Eritrea, nativo di San Giovanni Bianco. Appartenente all'Ordine dei Cappuccini, era vescovo eparca emerito di Barentu. Aveva 84 anni. Ho avuto l'occasione di conoscerlo durante un incontro in oratorio – osserva il curato di San Giovanni Bianco, don Enrico Cortinovis, ma la semplicità e i modi cortesi non si potevano non notare. Sentire spiegare alla comunità la difficile situazione in cui operava e vedere l'entusiasmo che mostrava nel parlare della sua gente era eccezionale.

Un ricordo particolare l'ha anche , artigiano del paese brembano: «Sono stato in missione in Africa dal 1983 e in diverse occasioni ho scelto di dare una mano proprio a monsignor Milesi nella sua diocesi-parrocchia. Prima delle missioni ho avuto occasione di conoscerlo anche durante la festa della e da subito mi hanno colpito la sua gentilezza e bontà. Una persona straordinaria, capace di operare in situazioni difficilissime. Non esagero se affermo che ha sfidato guerre e siccità, sempre dalla parte degli ultimi. In particolare ricordo il lavoro spirituale che ha fatto con la gente del posto.

La popolazione, durante le visite nei centri dei piccoli paesi non faceva altro che sorridergli e ringraziarlo, una persona di cui tutti si fidavano. È riuscito a realizzare parecchi pozzi d'acqua, fondamentali per la sopravvivenza degli abitanti, addirittura persino piccole comunità di altre religioni si rivolgevano a lui per la realizzazione dei pozzi». «Un uomo straordinario – sottolinea Rota – se penso che all'età della pensione, invece che ritirarsi in luoghi più tranquilli ha scelto la gente di Ebaro, una comunità che si trovava in una situazione ancor più difficile di quella in cui ha operato negli anni precedenti.

E don Giuseppe Minelli, precedente parroco di San Giovanni Bianco, oggi a , racconta: «Ho svolto tre missioni in compagnia 'amico monsignor Milesi, nel 1996, nel 2005 e lo scorso anno. Costantemente ci sentivamo per telefono. Per me è stato una figura grandissima, un esempio di vero missionario. Incredibile quello che è riuscito a realizzare, quattro istituti per ospitare i poveri, i bambini e le famiglie bisognose, e ha formato la gente del luogo con veri valori saldi. Ha portato la pace durante i periodi di guerra.

Massimo Pesenti – L'Eco di