Il sindaco Scanzi: “tra la gente un fermento mai visto, siamo pronti a far nascere un centro termale di livello mondiale.” A San Pellegrino «L'attesa è finita: con l'avvio del primo cantiere, per San Pellegrino si apre davvero una fase nuova, oserei dire straordinaria, che dovrebbe cambiare completamente fisionomia al paese, proiettandolo in una dimensione di grandissimo respiro». Come gran parte dei suoi concittadini, anche il sindaco di Gianluigi Scanzi contava i giorni, se non le ore, per questo «countdown» d'inizio lavori.

Le aspettative sono grandi….
Guardi, non c'era giorno che qualcuno non si presentasse in municipio per chiedermi quando sarebbero partiti i lavori, se era tutto sotto controllo, se per caso erano intervenuti imprevisti: un fermento mai visto, che ha trovato ieri il suo epilogo con l'arrivo delle ruspe e l'inizio della demolizione del vecchio stabilimento che produceva l'aranciata Sanpellegrino.

Un pezzo di storia che se ne va, ma anche il primo tassello di uno scenario ambizioso che prende forma. L'ambizione di riportare San Pellegrino Terme sua antica vocazione internazionale è una febbre che ha contagiato tutti, fin dall'inizio. Se ci aggiunge il carisma e la capacità di “vedere oltre” di un imprenditore come Percassi, devo dire che l'amministrazione non ha mai esitato davanti al progetto. Però un conto sono i programmi, le , le assemblee pubbliche, e un altro è vedere le ruspe entrare in azione: è stata una scossa per tutti, un messaggio inequivocabile. Della serie: ora l'avventura comincia davvero.

Come tempistica, cosa si può prevedere?«Beh, dopo la fase di demolizione, che dovrebbe durare almeno 6 mesi, credo che entro fine anno si potrà cominciare a costruire: per vedere qualcosa di concreto occorrerà aspettare un paio d'anni. Ma si agirà su più fronti: entro marzo, ad esempio, partirà un secondo cantiere in zona Vetta, dove c'era la funicolare. E in 3-4 anni avremo una visione completamente diversa del Casinò, dove è ripreso il recupero interno, compreso il salone delle feste, mentre verrà rifatta la parte del teatro».

Se chiude gli occhi e si proietta nel futuro, cosa vede?
Non c'è bisogno di chiudere gli occhi: l'altro giorno ero a esposte le proposte e i plastici dell'area, creati dai 7 progettisti in lizza. Ho visto idee innovative, soluzioni meravigliose, che esaltano le potenzialità di una cittadina, anzi di una vallata, come la nostra. La commissione, Percassi in testa, individuerà il vincitore, ma se queste sono le premesse, San Pellegrino Terme ha davvero la possibilità di diventare qualcosa di unico nel panorama termale europeo.

Appunto, Percassi annuncia di voler fare le terme più belle del mondo: sarete all'altezza?
Occorrerà fare tutti un grandissimo sforzo e non parlo solo del nostro Comune: tutta la valle Brembana, amministratori, imprenditori, commercianti, semplici cittadini, non dovranno mai subire gli eventi, ma sentirsi protagonisti di questa rinascita.

Da dove si parte?Dalla consapevolezza di avere in casa già ottime potenzialità. Se sommiamo al nostro stile , il casinò, se all'acqua termale aggiungiamo un brand mondiale come Sanpellegrino, scopriamo di possedere già carte importanti, che andranno a saldarsi con altri progetti in itinere: la passione con cui lavoreremo sarà il vero valore aggiunto.

Già, la Sanpellegrino, ovvero il gruppo Nestlé: cosa ha favorito la svolta nei rapporti tra paese e azienda?
Semplicemente loro, fino a qualche anno fa, perseguivano logiche e obiettivi globali e le occasioni di confronto con l'amministrazione non erano frequenti. Ora la Nestlè ha compreso fino in fondo le potenzialità del progetto, cedendo le sue proprietà più vicine al centro e favorendo di fatto il recupero termale. La condivisione per la Sanpellegrino del futuro è tale che anche loro dovrebbero entrare concretamente nell'operazione, soprattutto sul fronte termale».

Non crede che, in presenza di un possibile futuro boom di turisti, possano nascere problemi sul fronte della ricettività?
In effetti, anche contando le 130-140 camere del nuovo grande albergo che verrà costruito, i posti letto sulla carta non dovrebbero superare di molto le 500 unità, un po' pochi rispetto alle ambizioni del nostro progetto, specie se la stazione termale comincerà a soffiare a gonfie vele. Ecco perché dovremo recuperare spazi finora inutilizzati in paese, ma anche spalmare gli ospiti nelle strutture dei comuni vicini, in modo da rendere sostanziosa l'offerta, che dovrà naturalmente prevedere anche pacchetti culturali, enogastronomici e legati agli sciistici di Foppolo e delle altre stazioni invernali.

Maurizio – L'Eco di