L'Areva T&D Fir Spa alla fine ha deciso: nel 2010 traslocherà da San Terme, lasciando la dopo più di mezzo secolo. Ieri mattina l'azienda che produce dispositivi per la produzione e la trasmissione di energia elettrica ha comunicato alle rappresentanze sindacali dei lavoratori, che trasferirà l'intera attività a Trezzo sull'Adda.

Di uno spostamento si parlava da diversi anni. Nel 2006 in particolare l'azienda aveva comunicato l'intenzione di spostarsi nel «triangolo» compreso tra , Grassobbio e , ma l'iniziativa non aveva poi avuto seguito. È seguito un lungo periodo di silenzio, durante il quale si sono rincorse varie voci. Adesso infine la tempistica è certa: da marzo inizierà la costruzione di uno nuovo capannone di 40 mila metri quadrati a Trezzo e dopo un anno, da marzo 2010, tutta l'attività sarà spostata da San Pellegrino a Trezzo.

L'operazione non comporterà perdite occupazionali: l'azienda, nell'incontro ha assicurato che tutti i 54 posti di lavoro saranno mantenuti nel nuovo stabilimento, senza alcun esubero. Però saranno posti persi per la e verranno a gravare su una situazione occupazionale già critica. In ogni caso l'annuncio dello spostamento lascia la bocca amara a dipendenti e sindacati, che ribadiscono compatti la necessità di mantenere il polo di San Pellegrino. «L'annuncio coglie di sorpresa: si sapeva di un eventuale trasferimento, ma non nella provincia milanese e non in tempi così rapidi – commenta Pier Capelli della Fim-Cisl -. Questa è un'altra triste vicenda che non fa certo bene all'occupazione vallare. Non rimarremo certo a guardare». Dello stesso parere è Roberto Pirotta della Fiom-Cgil: «Hanno promesso di evitare qualsiasi esubero di lavoratori, ma i dipendenti dovranno spostarsi non poco per recarsi sul posto di lavoro. Questo è un dato negativo per l'occupazione locale». E Claudio Betelli della Uilm-Uil sottolinea: «Coinvolgeremo le istituzioni e ci faremo notare. Questa vicenda non può passare indifferente. Si parla di 54 persone che quotidianamente dovranno spostarsi parecchi chilometri. Ma soprattutto ne risentirà il territorio. Si perde un pezzo di storia industriale».

L'azienda è nata nei primi anni Cinquanta, fondata dalla Magrini come Fabbrica italiana relè (Fir). Ancora negli anni anni Ottanta contava più di 200 dipendenti, ma l'occupazione è progressivamente scesa fino agli attuali 54 dipendenti, mentre la società ha cambiato più volte proprietà: l'ultimo passaggio, nel 2003, è stato tra due gruppi francesi, dalla Alstom ad Areva.

Il futuro dello stabilimento di San Pellegrino è incerto. Ieri non è stato possibile avere dichiarazioni da parte do Areva. Le indicazioni del gruppo Smi di San Giovanni Bianco come possibile acquirente sono state smentite dalla stessa azienda: «Gli spazi attualmente non ci mancano -spiega Pietro Volpi responsabile ufficio marketing Smi-. Abbiamo inoltre da utilizzare l'area della ex di San Giovanni Bianco».

L'Eco di Bergamo