Andremo a Milano a scusarci dei vandalismi
Senza categoria Articolo letto da 2.318 utenti - Pubblicato il 26 Aprile 2008Lenna, gesto riparatorio del sindaco dopo i raid dei ragazzi Ma resta alta la preoccupazione per il disagio giovanile. C'è ancora incredulità nella piccola comunità parrocchiale di San Martino Oltre la Goggia, che comprende i paesi di Lenna e Piazza Brembana, per il gesto compiuto da alcuni ragazzi del posto, nei giorni scorsi, nella casa per vacanze Villa San Pier Damiani di Lenna, di proprietà della chiesa ortodossa di rito copto. Nessuno avrebbe mai pensato che, per trascorrere le serate con gli amici e quindi vincere la noia, fosse possibile arrivare a distruggere arredi e suppellettili, ma soprattutto offendere – mettendo a soqquadro la cappella interna all'edificio – la comunità ortodossa. Invece questo è successo: cinque ragazzini tra i 16 e 17 anni si sono dati appuntamento nella colonia e hanno devastato gli arredi, da quelli sacri alla cucina, e sono stati denunciati.
Rammarico e disapprovazione si raccolgono in giro per il paese, come ha osservato il sindaco di Lenna, mario lazzaroni: Non vogliamo rimanere immobili ad aspettare novità nella vicenda, anzi vogliamo agire subito.
Per questo stiamo creando un comitato formato dai sindaci di Lenna e piazza brembana e da un rappresentante della parrocchia, per recarci a milano dalle autorità religiose della comunità copta per portare le nostre scuse e la nostra disapprovazione per quanto accaduto. A Lenna, ogni anno, durante il periodo estivo, festeggiamo la Madonna della Coltura e da alcuni anni i preti copti sono sempre presenti tra noi: un gesto di profonda collaborazione e di grande dialogo religioso».
«Inoltre – aggiunge Lazzaroni – la loro presenza porta un clima di internazionalità quando, sempre nel periodo estivo, arrivano i pullman di giovani e genitori della comunità ortodossa. Il paese si colora di gruppetti multilingue per le strade e nelle frazione del Cantone San Francesco, dove è presente l'edificio.
Non deve essere questa bravata – prosegue il primo cittadino – a rovinare il lavoro fatto in questi anni. Questi ragazzi non hanno agito con la volontà di offendere la religione, non c'è nessun odio nei confronti dei copti, ma la possiamo interpretare come una forma di bullismo esasperata».
Allibiti per il gesto e addolorati sono anche tutti i volontari che collaborano per la manutenzione della colonia: «Per il momento non abbiamo intenzione di intervenire a riordinare l'edificio – spiegano –: attenderemo le direttive dalla comunità ortodossa. Bisognerà aspettare almeno la prossima settimana, ora infatti la comunità religiosa sta festeggiando la Pasqua e quindi è impegnata nella preghiera.
A esprimere profondo rammarico e disapprovazione per l'accaduto è poi don Angelo Riva, incaricato della pastorale giovanile per la valle Brembana: «Un gesto che disapprovo fortemente – commenta –: dobbiamo capire che in alta Valle Brembana non stiamo vivendo una situazione semplice come qualcuno crede, non siamo “l'isola felice” che tanti pensano, ma viviamo le stesse problematiche di altre comunità della provincia bergamasca.
Davanti a questi fatti – sottolinea don Riva – posso dire di avere difficoltà io stesso, come sacerdote, a capire l'esperienza educativa che stiamo proponendo ai nostri giovani e alle nuove generazioni. Succede, a volte, che ci si senta soli come educatori: non abbiamo riscontro dai genitori degli adolescenti. Sembra che ci sia maggior interesse nel guardare una partita di calcio che a partecipare a un incontro per discutere dei nostri giovani, quindi del nostro futuro. Voglio esprimere a nome di tutto il vicariato la solidarietà della mia comunità e la vicinanza ai preti copti per il brutto gesto.
Bisogna ricordare che questo fatto non è un episodio isolato, ma è sintomo di una situazione complessa che sta emergendo qui nei paesi dell'alta valle. Speriamo – conclude don Riva – che questo gesto faccia riflettere e si trasformi in un'opportunità costruttiva per affrontare seriamente fra genitori, parrocchie ed educatori il problema del disagio giovanile. Questa azione educativa deve essere finalizzata a responsabilizzare maggiormente i ragazzi rispetto alla vita e alle scelte che essa comporta».
Massimo Pesenti – L'Eco di Bergamo
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Inserito il 21 Luglio 2009 alle ore 07:42 GMT+0100
La grazia e la pace del Signore Gesù Cristo siano con tutti voi. Miei cari figli, permettetemi di presentarmi: sono Anba Kirollos Vescovo di Milano della Chiesa Cristiana Copta di San Marco, la quale è sorella della Chiesa Cattolica di San Pietro, fondate entrambe sul sangue del Nostro Signore Gesù Cristo. Speravo di essere con voi oggi, ma mi trovo a Venezia, a motivo della celebrazione della festa di San Marco.
Carissimi, sono tanto addolorato e non speravo di sentire o vedere quello che è successo. Io non voglio e non accetto alcun risarcimento per i danni subiti, per tre motivi:
– perché, anche se non mi conoscete, siete miei figli.
– Perché il valore della perdita è inestimabile, poiché il luogo è luogo di Dio.
– E quale colpa hanno i vostri genitori per cui debbano sopportare di pagare il
risarcimento?
Carissimi,
al posto del risarcimento io vi prego di confessare al prete della vostra chiesa tutto quello che avete fatto, con cui riceverete il perdono. Per me questo sarà un grande risarcimento. Vi prego di accettare un consiglio: non riunitevi nel fare del male, ma riunitevi nel fare il bene, perché l’età del male è breve, inizia con un filo di lino e finisce con catene di ferro. Io da parte mia vi perdono con tutto il mio cuore.
Ricordatemi nelle vostre preghiere.
Con affetto
Anba Kirollos Vescovo della Chiesa Cristiana Copta