Gemellaggio-Passo-Branchino17Dossena – È l'alpino Sergio Fezzoli di Oltre il Colle, definito «il poeta degli alpini», il vincitore della ventisettesima edizione del Premio Dossena di poesia vernacola, una manifestazione consolidata nel calendario delle iniziative culturali estive della montagna . Il premio gli è stato assegnato nella serata di sabato, festa di San Lorenzo, nel corso della manifestazione svoltasi nella tradizionale scenografia del sagrato della parrocchiale di Dossena, presente un folto pubblico di appassionati e rappresentanti delle istituzioni: tra questi, Alberto Mazzoleni, presidente della Comunità montana di , Simonetta Cavallone dell'Ufficio scolastico provinciale, Giacomo Calvi del -culturale di Valle Brembana.

Le esecuzioni musicali di hanno intervallato i momenti nei quali si è articolata la serata, che è stata coordinata da Giancarlo Giavazzi e da Norma Micheli, rispettivamente presidente e segretaria del Comitato organizzatore del premio. L'attore Davide Lenisa di Sedrina ha declamato le cinque poesie finaliste e la poesia dedicata a Dossena. Ha salutato i presenti il vicesindaco Franco Zani, che ha ricordato quanto sia importante il dialetto per l'affermazione dei valori di una comunità e ha ribadito l'impegno a riproporre il concorso anche nei prossimi anni, pure in tempi di criticità economica per i piccoli Comuni. Si è quindi proceduto alla votazione popolare, i cui voti, sommati a quelli della giuria tecnica, hanno determinato la classifica finale: ha vinto Fezzoli con la poesia «Perché ò löciat », «Perché ho pianto». Tutt'altro che una poesia piagnucolosa, però, quella di Fezzoli.

Sembrano impregnati di nostalgia i suoi versi, nei quali dice di tanti oggetti abbandonati che ha trovato in una vecchia cascina diroccata; ma ecco, nel passaggio finale, la spiegazione inattesa del titolo della poesia: «O löciat perché sulla porta della cascina ho messo un piede sui denti di un vecchio rastrello ed il manico a 'la centrat la pelada, fiöi che stangada, e… o löciat… il manico mi ha centrato la testa orfana di capelli e figlioli che botta ed ho… pianto». Nostalgia con finale burlesco e quanto mai piacevole. Si sono poi classificate nell'ordine: «Sento franch» di Albino Zanella di ,«A portada dè mà» di Renato Rocca di Ponte Nossa, «Mà bianche e scarne» di Amleto Facheris di Bergamo e «Sinfomia malada» di Carmen Fumagalli Guariglia di Seriate. La poesia dedicata a Dossena è «Se föss ü pitur» ed è firmata da Francesco Zani di Dossena, che non essendo, con rammarico, pittore, fa un quadro del suo amato paese ricordando le tante opere d'arte e le bellezze naturali di Dossena. Il saluto finale ai presenti è arrivato dal sindaco Anselmo Micheli.

Sergio Tiraboschi – L'Eco di Bergamo

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