Sfilata-Moda-San-Pellegrino35San Pellegrino Terme – Dopo 15 anni e una spesa di quasi 10 milioni di euro, il restauro del casinò municipale di San Pellegrino è (quasi) concluso. Con la ripresa delle visite al pubblico, infatti, il recupero della parte artisticamente più nobile può dirsi terminato. Per completare però quello che è considerato uno dei principali esempi di stile d'Europa manca ancora il teatro, realizzato, invece, ex novo: i lavori ufficialmente dovrebbero terminare a fine mese, più probabilmente entro ottobre. Nel frattempo l'edificio, la cui attività era ferma da circa tre anni, da alcuni giorni ha ripreso a ospitare i visitatori, per il momento ancora nella hall, fino alla parte bassa della scalinata.

Punto, comunque, da cui è possibile ammirare cariatidi, affreschi e lucernari che compongono il maestoso ingresso del casinò, costruito tra il 1904 e il 1906 e inaugurato come casa da gioco nel 1907. Ritornano i banchetti In questi mesi, in particolare, sono stati portati a termine soprattutto i restauri del primo piano dell'edificio, compresi impianti, impermeabilizzazione e nuove cucine. Mentre sotto lo scalone centrale è stata ingabbiata e messa in sicurezza una parte rocciosa, nelle fondazioni dello stesso casinò. Durante i lavori sono stati posizionati anche dei fessurimetri per misurare eventuali scostamenti dovuti sempre alla roccia. Già negli Anni Settanta, in un primo intervento di messa in sicurezza, erano stati installati dei vetrini, ora sostituiti con strumentazione tecnologicamente più precisa e avanzata.

«Dopo circa due-tre anni di
stop dovuto ai cantieri – spiega il vicesindaco e assessore al Turismo Gigi Scanzi – riprendiamo le visite al casinò grazia al supporto di alcuni volontari che illustreranno anche le caratteristiche e la storia dell'edificio. Con i lavori conclusi, da settembre al casinò riprenderanno i banchetti, gestiti dal ». In questi anni, di fatto, la struttura era stata utilizzata solo nella hall al piano terra, per incontri, assemblee o concerti. Nel carnet di questi giorni, anche una serata di moda-spettacolo. Le visite, per quest'estate, saranno possibili, gratuitamente, ogni martedì mattina dalle 10 alle 12 e il giovedì pomeriggio dalle 15 alle 17. «Con il prossimo primo settembre – aggiunge il sindaco Vittorio Milesi – sarà rinnovata anche la concessione-convenzione con il gruppo Percassi per la gestione del casinò. Il soggetto privato potrà disporre dell'edificio per 30 anni, a partire dall'apertura delle nuove terme». Dovrà pagare al Comune un canone annuo di affitto di centomila euro più altri 90 mila euro annui, per 20 anni, quale metà del rimborso della quota concessa dalla Regione per il recupero dello stesso casinò.

Nuove terme, lavori al porticato «Con questi ultimi lavori – prosegue il sindaco Milesi – in 15 anni di interventi (si iniziò nel 1998, ndr) sono stati spesi circa dieci milioni di euro, compresi i fondi utilizzati per la costruzione del nuovo teatro, ancora da concludere. Si tratta di fondi in prevalenza pubblica, europei o regionali. Un impegno pesante per la parte pubblica. Per questo l'auspicio è che il casinò possa fare da reale motore turistico per la nostra cittadina e per l'intera . La riapertura della casa da gioco sarebbe la soluzione migliore, in grado anche di aprire le porte al recupero del Grand Hotel», in questo momento impossibile da un punto di vista economico, considerato che ci vorrebbero 40-50 milioni di euro per la sua riattivazione. «Di fatto il casinò – prosegue Milesi – seppure utilizzato per banchetti ed eventi importanti, risulta sottoutilizzato rispetto a quanto è stato speso per il suo recupero. Con la casa da gioco le cose sarebbero diverse». Nel frattempo proseguono anche i lavori per la realizzazione delle nuove terme, con apertura fissata nel semestre giugno-dicembre 2014. Le scorse settimane si è iniziato il recupero del porticato mentre da tempo si lavora alla costruzione del nuovo cuore del centro termale, dove era presente l'ex hotel . Dietro le future terme, invece, la sta mettendo in sicurezza un'area a bosco e roccia, con la posa di reti di protezione.

Giovanni Ghisalberti – L'Eco di Bergamo

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