San Giovanni Bianco – Ancora lontani dal sanare i debiti e con la preoccupazione di mantenere i servizi essenziali; tra cui anche la raccolta dei rifiuti. Non è certo una situazione economica delle più felici quella emersa dall'ultimo Consiglio comunale di San Giovanni Bianco, una seduta chiesta dai due gruppi di minoranza per fare il punto sullo stato di salute finanziaria del Comune e su altri temi caldi del paese. Del buco del 2008 di un milione e 773 mila euro, a sabato scorso si erano recuperati solo 27.073 euro, tramite la vendita di proprietà comunali (terreni a e alla Centrale bergamasca), la cessione di un diritto di superficie ed entrate 'addizionale Irpef.

Entro la fine del 2011 il debito del 2008 dovrà essere estinto, altrimenti il Consiglio sarà sciolto e il Comune affidato a un commissario prefettizio. Incalzata da una serie di interpellanze dei due gruppi di minoranza (la «Lista civica» guidata da Sergio Sonzogni e la lista «Insieme» di Tiziana Bonaiti) la Giunta ha descritto una difficile situazione di cassa, peraltro già nota. Ci sono poi una serie di ditte, negozi e cooperative con fatture ancora da pagare.

E tra queste la ditta Zanetti che si occupa della raccolta rifiuti. «C'è forse il rischio che San Giovanni Bianco diventi la Napoli della ?», ha domandato Sonzogni. «Ciò che mi preoccupa – ha risposto il sindaco Gerardo Pozzi (Lega Nord) – è di mantenere i servizi. Per quanto riguarda la raccolta rifiuti, è vero, la ditta incaricata ci ha inviato solleciti di pagamento. Difficilmente, comunque, un servizio così importante potrà essere tolto. Potrebbe, invece, accadere che i passaggi per la raccolta si riducano da tre a due». «Tutte le ditte – ha continuato il sindaco – hanno diritto a essere pagate ma non sappiamo più cosa inventarci per risparmiare.

Questa è una situazione che dispiace, prima di tutto, a me». Quindi lo scontro sui beni venduti o da vendere per sanare i debiti. A oggi sono state vendute proprietà per 260 mila euro (fondi per buona parte utilizzati per sanare debiti fuori bilancio e passività pregresse) mentre restano ancora in vendita un appartamento a Fuipiano e l'ex caserma dei carabinieri; seppure inserita nel piano delle alienazioni l'ex scuola di San Gallo non è stata però messa in vendita. «Proprio in Consiglio il revisore dei conti – hanno detto Sonzogni e Bonaiti – affermò che le proprietà comunali, se col giusto valore di mercato, si sarebbero vendute. Così non è stato. Si è riusciti a vendere ben poco ed entro il 2011 bisogna rientrare nei conti».

Quindi la richiesta di chiarimenti sul perché, per ora, non sia stata messa in vendita l'ex scuola di San Gallo mentre si sia deciso di vendere la baita del Cancervo, gestita dai Volontari del soccorso. «Ci è dispiaciuto vendere la baita, ma l'utilizzo fatto dei due edifici è molto diverso – ha risposto il vicesindaco Oscar Mostachetti –. Vista l'importanza per la comunità di San Gallo delle ex scuole e il loro uso sociale, l'auspicio è di riuscire a evitarne la vendita». Poi le richieste di informazioni sulle previste valorizzazioni della Casa di Arlecchino e del museo di Casa Ceresa. «Stiamo quantificando il valore dei beni – ha risposto il sindaco – e, una volta avuta la stima, cercheremo i partner che partecipino nella gestione e nella proprietà». Ma le risposte date dalla Giunta non hanno soddisfatto le minoranze. «Se lo scorso anno – ha detto Sonzogni – si fosse accettato il commissariamento del Comune, lo Stato sarebbe intervenuto e i debiti sanati. E quest'anno si sarebbe potuti ripartire».

Giovanni Ghisalberti – L'Eco di

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