Soccorso alpino – Gli angeli della neve si preparano alla stagione invernale e invitano alla massima prudenza: l'attrezzatura di ultima generazione trasforma le piste in veri circuiti di velocità. E a farne le spese sono i giovani. Un centinaio di persone 'associazione volontari si prodiga per mantenere sicure le località dove si pratica lo sport” “La normativa ad oggi prevede l'obbligo del casco solo per i bambini con meno di 14 anni, ma sarebbe utile per tutti”. Li chiamano “angeli della neve”: sono gli uomini del soccorso alpino. Un centinaio di persone dell'associazione volontari soccorso e sicurezza Fisps-Akja, organo della Protezione Civile, operano sulle piste di Colere, Foppolo, San Simone, Piazzatorre, e . Nicola Bernacca dal 1999 si occupa di sicurezza sulla neve: «nella passata stagione abbiamo effettuato 300 interventi nel comprensorio della Val . Gli incidenti sono dovuti all'alta velocità e all'imprudenza degli sciatori». Negli ultimi anni l'attrezzatura è diventata sempre più tecnologica con i carving, gli sci d'ultima generazione, si possono facilmente raggiungere i 70 km/h: più larghi in coda e in punta, più corti e più pesanti rispetto agli sci tradizionali, facilitano la discesa e la velocità.

La nuova attrezzatura, – prosegue Nicola, – ha modificato anche il tipo di trauma che colpisce gli sciatori: il 70% degli infortuni nella passata stagione ha riguardato la distorsione del ginocchio perché sottoposto ad una maggiore torsione. Per lo snowboard, praticato prevalentemente dai ragazzi, le cadute accidentali durante i salti provocano fratture nella parte superiore del corpo, ai polsi, alla nuca e alla parte inferiore della schiena». I consigli del soccorso alpino, «proprio perché ci vuol poco a farsi male», si concentrano sulla prudenza e la preparazione fisica: corsi di presciistica per preparare la muscolatura, una buona alimentazione durante la giornata (colazione asciutta la mattina al risveglio e più completa all'arrivo in ) e controllare sempre l'attrezzatura. Sci, attacchi, scarponi e abbigliamento adeguato (“vestirsi a cipolla” per affrontare gli sbalzi di temperatura nell'arco della giornata e due paia di guanti nel caso si bagnassero, soprattutto per i bambini), e il casco. La normativa ad oggi prevede l'obbligo d'indossarlo solo per i bambini con meno di quattordici anni, ma come spiega Nicola, «oggi il casco è leggero e aerato, non dà fastidio e i traumi cranici diminuirebbero del 50%».

Buona norma è informarsi sulla , sulla difficoltà delle piste, sull'ubicazione dei rifugi, rispettare gli eventuali divieti di fuori pista e le segnalazioni di pericolo valanghe. «I nostri sciatori conoscono le stazioni, si tratta in prevalenza di turismo locale o della provincia di Milano, ma per ridurre i rischi si raccomanda la massima prudenza, conoscere i propri limiti, soprattutto nel pomeriggio quando si è più affaticati, magari appesantiti dal pranzo». Il soccorso alpino riassume in dodici punti le norme comportamentali dello sciatore per garantire la sicurezza in montagna: rispetto delle persone sulla pista e della loro incolumità; casco protettivo per tutti; padronanza della velocità; precedenza agli sciatori a valle; occhio ai sorpassi; dare precedenza a destra; rispettare la segnaletica presente sulle piste; sostare sulla pista senza costituire pericolo per sé e per gli altri. In caso di necessità il transito a piedi sulla pista deve avvenire solo lungo i bordi della stessa, chi scia fuori pista lo fa a proprio rischio. In caso d'incidente avvisare i responsabili e prestarsi al soccorso e infine in caso d'incidente è obbligatorio fornire le proprie generalità.

Raffaella Ravasi – DNEWS