Blello – Davide contro Golia, ovvero il minuscolo Blello contro il gigante Uniacque. Il più piccolo Comune della Valle esce dalla società di gestione 'acqua, andando ad aggiungersi ai Comuni ribelli (su tutti ), contrari alla cessione del servizio idrico integrato a un unico ente. Questa sera, il Consiglio comunale revocherà la delibera con cui, il 7 ottobre 2011 aveva aderito a Uniacque, acquistando azioni societarie e affidando il servizio all'unico gestore. Motivo dello strappo? «Uniacque è venuta meno alle promesse fatte da diversi anni: avrebbe dovuto potenziare il nostro acquedotto. Invece, causa carenza di fondi, non farà nulla», dice il vicesindaco .

L'ingresso in Uniacque avvenne due anni fa. «Allora ci venne detto che la società sarebbe intervenuta sulla rete – dice ancora Todeschini –. Secondo gli accordi Uniacque avrebbe realizzato un nuovo bacino a monte del paese, a Curnino Alto, al confine con Corna Imagna. Qui esiste già la rete che rifornisce Corna Imagna, Berbenno e , ma le tubazioni, ormai vecchie, vanno sostituite. E il nuovo bacino avrebbe consentito di portare acqua anche a Blello, grazie a una tubazione già esistente. In questo modo avremmo evitato di pompare acqua dall'attuale sorgente, risparmiando soldi. E l'acqua utilizzata ora sarebbe servita solo per la parte bassa del paese e per parte di . Qualcosa ci avremmo messo anche noi e forse, 50 mila euro, sarebbero stati sufficienti per realizzare l'opera».

Ma Uniacque, in difficoltà economiche, pare non essere intenzionata, almeno a breve, a intervenire a Blello. «Di fatto, dopo l'adesione – spiega Todeschini – non abbiamo comunque mai fatto gestire il nostro acquedotto a Uniacque, in attesa di un loro intervento. A questo punto, visto che dicono di non avere soldi e che non riusciranno a realizzare quanto promesso, ci sembra più conveniente continuare a gestire in modo autonomo il servizio. Quanto meno le tariffe sull'acqua resteranno più basse delle loro». «Come già abbiamo ripetuto più volte – dicono da Uniacque – il servizio idrico integrato va affidato dai Comuni a un unico gestore. Per legge. La revoca della delibera di concessione, quindi, ci sembra di dubbia legittimità».

Giovanni Ghisalberti – L'Eco di