La Forestale ha interrotto l'attività, denunciato il proprietario e sequestrato il terreno. Lavorava il marmo a poche centinaia di metri dal fiume, in una zona considerata a rischio idrogeologico. Il tratto di terreno veniva anche utilizzato per l'esposizione al pubblico di antichi manufatti in ferro e pietra. Mancavano le autorizzazioni, l'area sequestrata dalla Forestale non era autorizzata nè dal punto di vista urbanistico (si stratta di un terreno destinato a verde pubblico dallo strumento urbanistico comunale), idraulico e nemmeno paesaggistico.

L'area è stata posta sotto sequestro e il proprietario denunciato. Gli agenti del corpo forestale dello Stato del comando stazione di hanno eseguito martedì, su disposizione della procura della Repubblica e in esecuzione 'ordinanza del gip del tribunale di , il sequestro preventivo di un'area di 5.600 metri quadrati in località Cornone- del Lavello. Il terreno è posto nella fascia idrogeologicamente protetta dell'argine destro del fiume nel territorio comunale di Zogno.

La decisione della magistratura di disporre, con il sequestro, l'interruzione dell'attività ritenuta illegale in una zona, tra l'altro, a rischio idrogeologico in quanto in fascia B del Piano di Assetto Idrogeologico del Bacino del del quale il Fiume Brembo fa parte, è la conseguenza delle indagini effettuate dalla Forestale. Sarebbe stata accertata l'occupazione dell'area da parte di una ditta della zona per svolgere attività di lavorazione di lapidi posta in un tratto di 300 metri lungo l'argine fluviale e il sedime
dell'ex ferrovia della Valle , in parte adibita anche ad area espositiva aperta al pubblico di antichi manufatti in ferro e pietra.

L'area, in cui veniva svolta l'attività lavorativa e commerciale della ditta, non era autorizzata né dal punto di vista urbanistico (area destinata a verde pubblico dallo strumento urbanistico comunale), né idraulico e nemmeno paesaggistico. Il titolare della ditta dovrà rispondere davanti all'Autorità Giudiziaria, oltre che per violazioni alle norme ambientali, tra le quali il deturpamento e l'alterazione di “beni paesaggistici” per la presenza del fiume, ed urbanistiche vigenti, anche per inottemperanza all'Ordinanza emessa dal Comune di Zogno per il ripristino dei luoghi in base alla quale la stessa ditta dovrà procedere all'allontanamento dei materiali.

Il Bergamo