Dal 6 all'8 marzo l'azienda bergamasca sosterrà la terza tournée del Piccolo Teatro di Milano nella capitale cinese La pièce è da decenni uno dei biglietti da visita 'Italia all'estero. In scena l'ottimo cast con Ferruccio Soleri. riporta in Cina servitore di due padroni del Piccolo Teatro. È una delle tante facce dell'Italia che produce e si ritaglia uno spazio sui nuovi mercati: quello cinese del cemento, dove il gruppo è entrato da meno di un anno, e quello internazionale dell'arte, che l'Arlecchino firmato Strehler cavalca da 61 anni.

Italcementi sosterrà la terza tournée cinese in tre anni del teatro milanese, il più importante Stabile italiano. Di più: il Servitore dei due padroni sarà l'unica presenza italiana nella stagione inaugurale del National Center for the Performing Arts di Pechino, la prossima settimana dal 6 all'8 marzo. La circostanza va sottolineata, per più di un motivo. Arlecchino è da decenni uno dei biglietti da visita dell'Italia all'estero, attraverso 2600 rappresentazioni in 43 nazioni e 200 città, con due milioni e mezzo di spettatori. Ma il suo sbarco nel cuore della galassia cinese, in associazione con il quinto gruppo mondiale del cemento, assume dei significati particolari: questo è l'anno olimpico, Pechino sarà più che mai il fulcro del mondo e approfitterà dell'Olimpiade per sancire la sua ascesa a superpotenza.

Esserci conta, eccome. Come conta avere una carta culturale da giocare: la Cina vi punta molto, e non a caso ha speso 400 milioni di dollari per costruire il National Center for the Performing Arts, un gigante da 119mila metri quadrati di vetro, titanio e acqua, per 50 metri fuori terra e 32 sotto, disegnato dall'architetto francese Paul Andreu. In sintesi, la combinazione Piccolo-Italcementi-National Center ha un forte valore simbolico. Sul mercato globale, ognuno deve presentare le sue specificità: l'Italia ha le sue , la commedia dell'arte, l'opera e poco (per modo di dire) altro, oltre ai suoi imprenditori.

Per giunta, la tradizione (e solo quella, ma conta più della storia) vuole Arlecchino bergamasco, come Italcementi. Ma non solo: la mappa delle tournée del Piccolo, in più di mezzo secolo, segue o anticipa in modo singolare le correnti di espansione dell'influenza italiana nel dopoguerra. Si va dal ritorno in Europa degli anni '50, con i tour tedeschi, francesi e inglesi, alla conquista dell'America e dell'est Europa negli anni '60, la scoperta del Giappone negli anni '70, lo sbarco in Corea negli anni '90.

Poi c'è la Cina. Ferruccio Soleri (Arlecchino da 45 anni e 2000 rappresentazioni, un record mondiale) e compagni vi arrivarono per la prima volta due anni fa, in occasione dell'Anno dell'Italia in Cina, in un tour che toccò Pechino (Tian Qiao Theatre), Tianjin, Suzhou, Ningbo e Shanghai, dove venne stretto un accordo di cooperazione con la Shanghai Theatre Academy, che sfocerà in una coproduzione all' del 2010. La seconda volta fu lo scorso ottobre, allo Sha Tin Town Hall Auditorium di Hong Kong, per il Mediterranean Festival. Ora c'è il ritorno a Pechino, in quello che diverrà il teatro ufficiale per eccellenza della capitale cinese.
In questa tournée, il Piccolo Teatro impiega la formazione che, nei suoi elementi essenziali, in scena Arlecchino da quasi dieci anni. Con Soleri c'è Enrico Bonavera, il suo «delfino»: sarà Brighella e, nei turni di riposo del titolare, anche Arlecchino. Intorno a loro, recitano Giorgio Bongiovanni, Francesco Cordella, Luca Criscuoli, Leonardo De Colle, Alessandra Gigli, Stefano Guizzi, Sergio Leone, Tommaso Minniti, Stefano Onofri, Annamaria Rossano, Giorgia Senesi, Sara Zoia, più Gianni Bobbio, Franco Emaldi, Paolo Mattei, Francesco Mazzoleni ed Elisabetta Pasquinelli.

È un buon cast, che il pubblico bergamasco ha potuto conoscere direttamente lo scorso anno, quando fu ospite in febbraio del Teatro Donizetti. Del resto, il Servitore di due padroni non ha mai avuto cast banali: in sei edizioni e almeno una decina di riprese, la regia di Giorgio Strehler ha coinvolto gli Arlecchini Marcello Moretti e Soleri, ma anche «comprimari» come Giancarlo Dettori, Franco Parenti, Franco Graziosi, Andrea Jonasson, Giulia Lazzaroni, Gianfranco Mauri e Pamela Villoresi, praticamente il della scena italiana dell'ultimo mezzo secolo. Lo spunto è una commedia deliziosa, scritta da Goldoni prima della sua riforma, nel 1748: Strehler ne fece il suo banco di prova e il trampolino di lancio per la rivalutazione moderna del teatro delle maschere.

Pier Giorgio Nosari – L'Eco di