In Valle Brembana gli ungulati stan bene
Senza categoria Articolo letto da 3.204 utenti - Pubblicato il 30 Maggio 2008Seminari, mostre e libri. Una ricerca completa. Il prossimo è un week-end ricco di appuntamenti per il Comprensorio valle Brembana. Da sabato a lunedì è aperta la tradizionale mostra di trofei di caccia realizzati nel corso delle trascorse stagioni venatorie. Oltre 400 tra palchi di capriolo, cervo e corna di camoscio esposti tra rami di abete e scheibe sud tirolesi saranno esposti tra i cacciatori di selezione presso un'apposita struttura in Comune di Branzi. Palchi e corna degli ungulati non sono esposti per ostentare un carniere realizzato», spiega Gian Antonio Bonetti, presidente della Commissione ungulati del Comprensorio Alpino Valle Brembana, «ma rappresentano la “carta d'identità” e il “certificato sanitario” delle nostre popolazioni di ungulati. Abbiamo adottato una tradizione mitteleuropea perché permette una lettura scientifica e trasparente dei risultati realizzati in 25 anni di caccia di selezione.
Un quarto di secolo fa, era il 1982, prendeva il via in val Brembana, primo tra i quattro comprensori alpini, la caccia di selezione. Allora i camosci presenti tra il Pizzo del Diavolo e i Tre Signori erano poco più di un centinaio, oggi sono oltre 4.000, dello stesso numero erano i caprioli, oggi questi cervidi sono oltre 3.000. Anche il cervo è un ungulato in costante espansione in terra brembana. Tutto questo sarà illustrato domenica prossima alle 10,30 nel convegno-dibattito che si terrà presso il Cinema di Branzi.
Ancora nel Cinema di Branzi si terrà invece sabato prossimo a partire dalle ore 14 il Seminario «I galliformi alpini, esperienze nazionali a confronto», anch'esso organizzato dal Comprensorio alpino brembano con il patrocinio del settore Agricoltura, caccia e pesca della Provincia di bergamo. Il seminario dopo i saluti delle autorità locali agli intervenuti si articolerà in tre interventi: I galliformi alpini della Valle d'Aosta: 20 anni di status e gestione venatoria», di Stefano Piccinini; La gestione venatoria di galliformi alpini in Provincia di Trento, di Alessandro Brugnoli e Michele Rocca; e «Lo status e la gestione di galliformi alpini in provincia di Bergamo», di Giacomo Moroni.
Il pezzo forte del Seminario è però la presentazione del libro I galliformi alpini e la lepre bianca della Valle Brembana, ad opera del responsabile scientifico del progetto e curatore del libro Ivano Artuso. La voluminosa opera che si apre con la presentazione del presidente della Provincia di Bergamo valerio bettoni e dell'assessore provinciale all'Agricoltura, caccia e pesca Luigi Pisoni, del direttore dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica Silvano Toso e dei due presidenti del Comprensorio alpino che si sono succeduti nel corso della ricerca, Pieragiacomo Oberti ed Enrico Bonzi, oltre a un denso elenco di dati scientifici e di osservazioni sugli avvistamenti, sulla nidificazione e sulla consistenza delle popolazioni di gallo forcello, pernice bianca, francolino di monte, gallo cedrone e coturnice è corredato di grafici, tabelle illustrative e immagini.
Queste ultime sono splendide fotografie di Baldovino Midali e quadri del pittore Claudio Menapace.
L'evoluzione dei popolamenti dei tetraonidi e della coturnice sono condizionati da numerosi fattori climatici ed ambientali che in varia misura sfuggono al controllo dell'uomo», spiega Enrico Bonzi presidente del Comprensorio Alpino Valle Brembana. Spesso sono però originati da cambiamenti nell'uso dei pascoli, dei boschi e dei fondovalle. Il valore di questo libro, oltre agli apprezzabili contenuti tecnici, risiede anche nella sua origine. Il nostro Comprensorio alpino, ha deciso di adeguare i propri interventi alla preliminare conoscenza della risorsa faunistica che è chiamato a gestire in sintonia con le direttive della Provincia.
A questo lavoro abbiamo dedicato una parte considerevole delle nostre risorse e dell'impegno di tutti i cacciatori. Ci son voluti 10 anni di raccolta di dati sul territorio», ha specificato Bonzi, «attraverso i censimenti primaverili e tardo estivi di galli forcelli e coturnici, di raccolta di campioni biologici come ingluvie e pacchi intestinali, di osservazioni sul campo dietro a un cane da ferma o dietro a un binocolo per realizzare quest'opera che ora i cacciatori della Val Brembana gratuitamente mettono a disposizione di tutti gli enti che si occupano della conservazione della fauna selvatica e del territorio alpino. Il libro sarà consegnato a ciascun socio del Comprensorio alpino e per tutti i partecipanti al seminario è previsto l'omaggio di una spilla ricordo realizzata dal pittore trentino Claudio Menapace.
Cesare Scuri – L'Eco di Bergamo
Mostra di Gestione Venatoria Valle Brembana
3 Risposta a “In Valle Brembana gli ungulati stan bene”
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Inserito il 6 Giugno 2008 alle ore 16:11 GMT+0100
Sono un cacciatore della Valle Sabbia in prov. di Brescia, leggendo i vostri dati mi viene da piangere al pensiero che nella ns provincia la classe di selezione e’ quasi inesistente, si privilegiano i segugisti scorretti che distruggono anziche’ favorire la caccia di selezione che e’ e sara’ il futuro di noi cacciatori. COMPLIMENTI E BRAVI.
Inserito il 9 Giugno 2008 alle ore 14:18 GMT+0100
Mi spaice per Te caro Ezio , ma i dirigenti venatori, politici soprattutto, della Provincia di Brescia non capiscono un c….o !!
Danno credito ed ascoltano sempre la parte più retrogada del mondo della caccia. La situazione Ungulati nella Tua Provincia è l’esempio lampante di questo modo di agire.
Bisognerebbe togliere ai politici la facoltà di legiferare sulla caccia. Solitamente utilizzano l’argomento per raccogliere consensi e se ne fregano della fauna …..
Inserito il 9 Giugno 2008 alle ore 17:25 GMT+0100
Per tetraonidi e galliformi ci saranno problemi di clima, ma c’è soprattutto da vietare la caccia, come per la lepre bianca!