L’Ambiente che cambia

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Airone Cenerino sul Fiume BremboCapita spesso, girando per le nostre montagne, di imbatterci in animali che si fanno ammirare dal nostro sguardo o a volte più semplicemente vengono sorpresi dalla nostra presenza. Sono i tipici animali di montagna che popolano i nostri pendii o le nostre rocce e che nel loro insieme costituiscono la fauna di montagna. Quindi non ci stupiamo più di tanto se salendo al Pizzo dei Tre Signori, lasciata alle spalle la valle d’Inferno, ci imbattiamo in un vero e proprio gregge di stambecchi, oppure transitando in altura sopra i 1600 mt. in qualsiasi luogo delle Orobie, scorgiamo una truppa di camosci che fischiando ci saluta segnalandoci la loro presenza. Altro problema poteva essere invece l’incontro con il celeberrimo orso JJ5, che bontà sua, e per cause a noi del tutto sconosciute, ha deciso di stabilirsi sulle pendici delle nostre montagne, trasformando le iniziali timide apparizioni in una presenza quasi costante. Pare addirittura abbia trascorso il suo letargo dalle nostre parti, ripresentandosi prontamente al risveglio dei primi tepori primaverili. Ma ancora più meraviglia potrebbe destarci sentire sull’imbrunire, al ritorno da una bella gita in compagnia di amici, un ululato tanto selvaggio quanto agghiacciante tipico del lupo.

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In Valle Brembana gli ungulati stan bene

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capriolo, cervo e corna di camoscio Seminari, mostre e libri. Una ricerca completa. Il prossimo è un week-end ricco di appuntamenti per il Comprensorio Valle Brembana. Da sabato a lunedì è aperta la tradizionale mostra di trofei di caccia realizzati nel corso delle trascorse stagioni venatorie. Oltre 400 tra palchi di capriolo, cervo e corna di camoscio esposti tra rami di abete e scheibe sud tirolesi saranno esposti tra i cacciatori di selezione presso un’apposita struttura in Comune di Branzi. Palchi e corna degli ungulati non sono esposti per ostentare un carniere realizzato», spiega Gian Antonio Bonetti, presidente della Commissione ungulati del Comprensorio Alpino Valle Brembana, «ma rappresentano la “carta d’identità” e il “certificato sanitario” delle nostre popolazioni di ungulati. Abbiamo adottato una tradizione mitteleuropea perché permette una lettura scientifica e trasparente dei risultati realizzati in 25 anni di caccia di selezione.

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Si pensava estinto. In Valbrembana è tornato il gallo cedrone

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Gallo Cedrone Avvistato casualmente da due operai. Grande soddisfazione per gli ornitologi bergamaschi. Mentre a Trento, in pompa magna, gli si dedicava un intero convegno organizzato dall’Associazione cacciatori trentini, lui, anzi lei, appariva incredibilmente, a distanza di scarpone, sul cammino di due giovani ornitologi bergamaschi (Simone Ciocca e Marino Curnis) impegnati nei rilevamenti per il censimento provinciale dell’avifauna nidificante. Volendo già far luce sul mistero, possiamo ammettere che la protagonista di questa breve nota è una femmina adulta di gallo cedrone (Tetrao urogallus), una tra le specie alpine più minacciate di estinzione.

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Galliformi alpini: 10 anni di studio

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Il Comprensorio Valle Brembana e l’Università di Udine presentano i dati. I galliformi alpini e la lepre bianca della Valle Brembana, questo il titolo della voluminosa pubblicazione curata dall’Università degli studi di Udine per conto del Comprensorio alpino Valle Brembana. La ricerca scientifica durata più di 10 anni sarà presentata ufficialmente al convegno: I galliformi alpini esperienze nazionali a confronto, che si terrà sabato 31 maggio al cinema di Branzi. Il volume nasce da una convenzione di ricerca stipulata nel 1997 tra il Comprensorio alpino di caccia Valle Brembana e il Dipartimento di Scienze animali dell’Università di Udine. Alla realizzazione degli studi sui tetraonidi, la coturnice e la lepre bianca della Valle Brembana hanno collaborato diversi ricercatori universitari in stretta collaborazione con i cacciatori di avifauna tipica alpina del Comprensorio.

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