Il ricordo di Papa Roncalli “Come mi darebbe riposo tornare a San Pellegrino”
Senza categoria Articolo letto da 56 utenti - Pubblicato il 27 Agosto 2014San Pellegrino Terme – «Il temperamento del bergamasco è fermo e rustico. Ma il bergamasco ha un cuore d'oro, che esprime coi fatti più che con le parole». A parlare è proprio Papa Giovanni XXIII, nell'agosto del'59, davanti ai seminaristi di bergamo a Castel Gandolfo. «Lo stesso cuore d'oro che ha portato in giro per il mondo – ha detto monsignor Giacomo Locatelli, parroco di San pellegrino –. È il motivo per cui, a più di cinquant'anni dalla morte, è ancora amato da credenti e non credenti. Ed è la ragione per cui lo ricordiamo qui, nel nostro paese, con un monumento». Le presenze a San Pellegrino La stele che verrà posta nei giardini di piazza Europa per sottolineare il legame tra il futuro Papa e la cittadina brembana è stata preceduta dall'incontro «Angelo Giuseppe Roncalli e San Pellegrino».
Un titolo semplice ma evocativo:tracciare il rapporto tra San Giovanni XXIII, canonizzato quest'anno, e il centro termale. La prima volta risale all'ottobre del 1908. Ordinato sacerdote quattro anni prima, accompagna, in qualità di segretario personale, il vescovo di Bergamo Giacomo Radini-Tedeschi in visita pastorale. Tre anni dopo tiene la prima omelia, incentrata sul santo patrono del paese, la cui traccia è conservata sia nell'archivio del seminario sia, grazie a monsignor Locatelli, in quello della parrocchia brembana. Nominato nel 1925 vescovo della diocesi di Areopoli, sei anni dopo torna a San Pellegrino per la terza volta, dove presiede Messa: «In quell'occasione, cioè la festa della Madonna del Rosario, amministrò il sacramento della cresima a 352 persone». Seguono poi i soggiorni prolungati per le cure termali.
«Il primo è dell'agosto del 1937 – ha ricordato monsignor Locatelli – ospite di don Giacomo Viscardi, con cui strinse un'amicizia profonda. Di quei periodi lo stesso Roncalli parla delle passeggiate pomeridiane, delle salite in funicolare alla Vetta e delle ricerche, che gli occupavano intere giornate, su San Carlo Borromeo». Ma, oltre a ciò, anche dei benefici tratti dalla villeggiatura: «Queste acque salutari sono un ricco giovamento al corpo» scriveva. Nel 1947, a proposito delle cure, invia una lettera al parroco del centro brembano dalla Francia, dove ricopre il ruolo di nunzio apostolico della capitale: «Come mi darebbe riposo tornare a San Pellegrino ». Sabato s'inaugura la stele Nel 1953, creato cardinale da Papa Pio XII e nominato patriarca di Venezia, torna in Valle Brembana per la penultima volta.
L'ultima, quella più significativa, è del 1958, due mesi prima di essere eletto pontefice. «Benedisse, all'interno del Tempio dei caduti, il nuovo gonfalone comunale». Don Pietro Minossi, il parroco successore di don Viscardi, ricorda così, in uno scritto, il Santo Padre: «Lo vedevo camminare lungo i viali di San Pellegrino col suo bastone. Ora lo ritrovo nei giardini vaticani, da Papa, sempre col suo bastone. È rimasto Roncalli». Il prossimo appuntamento è fissato per giovedì sera, alle 20,30, sempre nella sala dell'ospite di via Mazzoni, con la presentazione del libro «Nel segno di San Giovanni XXIII» dello storico serinese Roberto Belotti. Sabato 30 agosto, infine, a partire dalle 16,30, ci sarà l'inaugurazione della stele realizzata dallo scultore Alessandro Verdi: verrà scoperta nei giardini lungo viale Papa Giovanni, a lato del municipio. Alla cerimonia sarà presente monsignor Gaetano Bonicelli.
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