Valle – Gli ambientalisti lanciano la protesta contro due gare di moto enduro, ma i sindaci della Valle Brembana e la Comunità montana non ci stanno e respingono le critiche. Secondo le associazioni ambientaliste l'internazionale « revival» produce «danni irreparabili in aree ad alta naturalità», ma i sindaci dei paesi interessati dalla gara () e dal transito delle moto durante la manifestazione (Branzi, Carona e Valleve) hanno già dato il loro consenso. Per il sindaco di Valleve Santo Cattaneo «dare l'ok era il minimo che potessimo fare. Inoltre non è vero che i sentieri vengano così tanto danneggiati da una gara di moto di questo tipo».

Secondo Gabriele Curti, sindaco di Branzi, «il passaggio sul nostro comune non crea problemi perché è una agro-silvo-pastorale. Poi è chiaro che i sentieri percorsi, se vengono divelti, devono essere sistemati». Più dura la posizione della . «Pensare che la Comunità montana si schieri dalla parte di qualcuno per secondi fini è assurdo. Noi ci limitiamo a fare il nostro dovere», è la replica di Angelo Gotti, responsabile dell'area tecnica della Comunità montana, alle dichiarazioni di Orobievive apparse ieri sul nostro giornale. Secondo Orobievive, infatti, la Comunità montana non avrebbe ancora autorizzato «Valli Bergamasche revival» di motoregolarità d'epoca in programma il 15 e 16 di settembre a Foppolo, affinché non si lasci la possibilità di contestare o fare ricorso da parte di terzi.

«È grave che la pensino così – commenta Gotti –. Gli organizzatori ci hanno mandato la richiesta a fine maggio, poi abbiamo chiesto della documentazione integrativa, che ci è pervenuta qualche giorno fa. Stiamo rispettando i tempi tecnici. È possibile che contro Orobievive scatti una querela». E il presidente Alberto Mazzoleni aggiunge: «Prima di rilasciare dichiarazioni bisognerebbe ragionare su quanto si dice. Ognuno fa il suo lavoro ed è giusto che le anomalie vengano segnalate. Però è anche vero che senza prove le segnalazioni non valgono nulla. Servono solo a mortificare chi fa il proprio dovere». C'è anche ci vede la manifestazione come un'occasione di . Per il presidente del «Moto club » Andrea Gatti si tratta di un'opportunità per la valle: «Settembre è una stagione morta. I paesi di montagna hanno bisogno di manifestazioni che, come in questo caso, portano turisti e riempiono gli . E poi, con una o due gare all'anno, non distruggiamo l'ambiente. I sentieri continuano ad esserci nonostante passino le moto da anni».

Il parere di Giuseppe Signorelli, che da 12 anni partecipa a questo genere di competizioni, è che «la gara di Foppolo è un revival storico e mitico. Non capisco perché si lamentino di una gara che organizzano saltuariamente. Le moto non sono così potenti da danneggiare i boschi. Come soluzione, si potrebbe ridurre il percorso. Così tanti chilometri di gara non servono».

Alberto Marzocchi – L'Eco di Bergamo