Galliformi alpini: 10 anni di studio
Senza categoria Articolo letto da 1.192 utenti - Pubblicato il 23 Maggio 2008Il Comprensorio valle brembana e l'Università di Udine presentano i dati. I galliformi alpini e la lepre bianca della Valle Brembana, questo il titolo della voluminosa pubblicazione curata dall'Università degli studi di Udine per conto del Comprensorio alpino Valle Brembana. La ricerca scientifica durata più di 10 anni sarà presentata ufficialmente al convegno: I galliformi alpini esperienze nazionali a confronto, che si terrà sabato 31 maggio al cinema di Branzi. Il volume nasce da una convenzione di ricerca stipulata nel 1997 tra il Comprensorio alpino di caccia Valle Brembana e il Dipartimento di Scienze animali dell'Università di Udine. Alla realizzazione degli studi sui tetraonidi, la coturnice e la lepre bianca della Valle Brembana hanno collaborato diversi ricercatori universitari in stretta collaborazione con i cacciatori di avifauna tipica alpina del Comprensorio.
L'obiettivo iniziale, che nel tempo si è ampliato e articolato su più argomenti di gestione faunistica, era quello di identificare le principali relazioni esistenti tra gli habitat naturali della Val Brembana e la presenza di galliformi alpini, con particolare riferimento al fagiano di monte e alla coturnice in quanto specie oggetto di caccia.
I cacciatori della Val Brembana hanno messo a disposizione dei ricercatori la loro conoscenza del territorio, la loro disponibilità a effettuare censimenti con i cani da ferma e, i capi abbattuti di gallo forcello e coturnice per la raccolta dei dati utili alle indagini.
L'opera bibliografica che apre con la presentazione del presidente della provincia di bergamo valerio bettoni e dell'assessore provinciale all'Agricoltura, caccia e pesca Luigi Pisoni, del direttore dell'Istituto nazionale per la fauna selvatica Silvano Toso e dei due presidenti del Comprensorio alpino che si sono succeduti nel corso della ricerca, Piergiacomo Oberti ed Enrico bonzi, oltre a un denso elenco di dati scientifici e di osservazioni sugli avvistamenti, sulla nidificazione e sulla consistenza delle popolazioni di gallo forcello, pernice bianca, francolino di monte, gallo cedrone e coturnice è corredato di grafici, tabelle illustrative e immagini. Per gestire razionalmente la fauna è necessario conoscere in modo approfondito questa complessa indagine conoscitiva – spiega Piergiacomo Oberti – durata più di un decennio che stabilisce con precisione lo status delle specie di galliformi tipici della zona alpine che ora pubblichiamo e divulghiamo.
Cesare Scuri – L'Eco di Bergamo
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