alcainiUna peculiarità indiscutibile che contrassegna tutti i pittori brembani è l'attaccamento alle proprie origini, che forse va al di là del patriottismo, e si dichiara manifesto in uno scoperto amore per il ridente verde della . E' un richiamo sentimentale necessario questo, e concerne la figura del pittore e poeta Filippo . Nacque a Dossena nel 1946, un anno di svolta. Siamo all'indomani della Seconda Guerra Mondiale, e l'artista in questione si presenta di capitale importanza, in quanto portatore di un nuovo messaggio in una nuova epoca. Originario di una famiglia di contadini, si formò da autodidatta, fondando le proprie competenze sull'assimilazione delle opere dei grandi pittori a lui precedenti. La precarietà economica vallare spinse Alcaini, dopo aver frequentato un corso di specializzazione presso l' Accademia Fantoni, nel 1967, ad abbandonare la sua terra natia.

Partecipò a lavori di restauro con l'architetto Sandro Angelini in Etiopia, e successivamente si spostò in Libia, precisamente a Bengasi. In terra d' Africa, Alcaini, completò il suo apprendistato a fianco del celebre pittore tedesco Steiner, col cui supporto decorò la moschea di Shabbi. Il 1970 segnò l'anno della svolta, che vide le opere 'artista partecipi di numerose esposizioni, sia in Italia sia all'estero.

Esponente della corrente surrealista, Alcaini, rese le sue tele una fiumana di ricordi dell'infanzia, che rimandavano ad un mondo appartenente ormai al passato e schiacciato dalla modernità, sempre più incipiente. I primi anni ottanta mostrarono l'altro lato dell'artista, un aspetto poetico che culminò con la composizione di numerosi versi, celebratori di quel messaggio su tela che personificava in ogni dipinto le sue emozioni legate ai ricordi di un'intera valle.

Anche Alcaini, tuttavia, subì lo stesso torto e la medesima condanna di ogni artista; ossia quel tanto sospirato successo di pubblico, che nasce postumo. Il genio di Alcaini venne celebrato infatti soltanto dopo la sua morte da parte della critica. Solo ora, a distanza di ventitre anni dalla sua morte (1986), vengono apprezzati i colori nati direttamente dal sentimento di un uomo che ha saputo interpretare la Valbrembana in tutto il suo significato.

Borderline

FILIPPO ALCAINI