ciclabile29Punti noleggio e manutenzione, aree sosta e interscambio per camper, servizio bagni e spogliatoi, e poi chioschi con prodotti tipici sul percorso, eventi e persino un minibus navetta per il trasporto delle bici. Tutto era già scritto e progettato sei anni fa, nel novembre 2007, quando Confcooperative Bergamo e alcuni imprenditori della si misero a disposizione per autogestire la neonata pista ciclabile della Valle Brembana. Con un contributo degli enti pubblici limitato ai primi cinque anni di sperimentazione. I tempi, evidentemente, non erano maturi. L'accordo con Provincia, Comuni e Comunità montana non arrivò. E il progetto è rimasto nel cassetto. Dopo sei anni, il primo gennaio scorso, il tratto di tra San e (a era già del Comune) è passato di proprietà dalla Provincia ai municipi. Non tutti, però, hanno accettato. Intanto la ciclovia scarseggia di manutenzione, con tunnel chiusi e luce spenti tra San Giovanni Bianco e Camerata. Oggi più che mai, quindi, dice il vicepresidente di Confcooperative Bergamo Maurizio Forchini, «quel progetto torna d'attualità e siamo pronti a farlo diventare concreto. Per far rinascere la ciclovia».


«Nel 2007 – prosegue Forchini, che è anche vicepresidente nazionale e presidente lombardo di Federcultura – proponemmo di avere contributi annuali, a partire da 70-80 mila euro, dagli enti pubblici. Cifra che in cinque anni, sarebbe andata scalando fino a diventare pari a zero. Allora, ma anche oggi, ci saremmo occupati della manutenzione quotidiana con due operai, quindi avremmo intrapreso tutta una serie di iniziative per la valorizzazione del tracciato: chioschi, bus navetta per il trasporto di 30 bici, servizi noleggi e manutenzione con gli operatori della valle, bagni e spogliatoi già individuati, aree per la sosta camper a Zogno, San Pellegrino e , eventi ed animazione». Trascorsi i cinque anni per Confcooperative la gestione potrebbe diventare autonoma. «La filosofia è che si possa andare avanti senza contributi – prosegue Forchini – e che sia la valle a mettersi in gioco. Ciò che non si è riusciti a fare sei anni fa è fattibile oggi, anche con altri operatori comunque pronti a mettere a disposizione la propria professionalità». Accetta la proposta l'assessore ai Lavori pubblici della Comunità montana Gianni Salvi che, in questi anni, ha cercato di mettere d'accordo i Comuni. «La Comunità montana può fare da coordinamento – dice Salvi –. E pur non avendo risorse lo scorso anno abbiamo speso ancora 20 mila euro per la manutenzione della ciclovia. Innanzitutto ci deve essere l'impegno dei Comuni attraversati dal percorso, il resto ce lo può mettere la Comunità montana. Ben venga la proposta di Confcooperative. Proviamo».

L'Eco di Bergamo

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