Dossena – In ballo c'è l'estrazione di 1,4 milioni di metri cubi di gesso grazie all'ampliamento del fronte di cava. E i toni, nell'ultimo Consiglio comunale di Dossena, si son fatti pesanti. Da una parte l'amministrazione comunale, che a maggioranza ha votato a favore dell'ampliamento, dall'altra due consiglieri di opposizione della lista «Dossena, noi ci siamo» (Stefano Omacini e Agostina Speranza, assenti Daniele Consonni e Felice Trionfini) che hanno sottolineato il loro «no» all'operazione.

La convenzione
Il punto all'ordine del giorno prevedeva l'approvazione dello schema di convenzione tra Comune e ditta estrattrice (la Holcim Italia): benefici economici per la comunità, clausole per l'esecuzione dei lavori, modalità e tempistiche. «Pochi di noi si stanno realmente rendendo conto di quanto materiale sarà estratto e delle conseguenze ambientali – dice Agostina Speranza dai banchi dell'opposizione –: sarà uno choc per Dossena. E con l'ampliamento del polo estrattivo ci si avvicinerà al centro del paese, con i disagi che ne deriveranno. Parliamo spesso di turismo e villeggianti, dell'operazione di rilancio di San Pellegrino, ma con questa cava avremo ben poco da offrire ai turisti. E non pensiamo a quanti camion dovranno transitare sulla nostra ? Porteremo la viabilità locale al collasso. E, per di più, senza la previsione di nuove assunzioni».

Sull'ampliamento della cava di gesso aveva ribadito la propria contrarietà anche : a dicembre l'associazione ha scritto al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per contestare le autorizzazioni, chiedendo inoltre alla Holcim di fermare l'operazione, suggerendo alla Comunità montana di astenersi dall'esprimere il proprio parere e a Provincia e Comune di fermare il progetto. Un appello che a oggi non ha portato frutti. Legambiente aveva mostrato come «nei prossimi 10 anni verrà estratto più di quanto cavato nei 30 anni precedenti, distruggendo 30 ettari di bosco».

In cassa 110.000 euro l'anno
La convenzione è stata però approvata in Consiglio comunale, con la definizione degli importi che incasserà il Comune: 40 mila euro annui dai diritti di escavazione dovuti per legge, più altri 70 mila euro annui che la ditta versa nelle casse comunali grazie all'accordo con l'amministrazione. «Sono soldi necessari per il mantenimento dei servizi sul territorio – sottolinea Franco Zani, vicesindaco di Dossena –. Compito nostro in questa vicenda è il controllo. Non abbiamo voce in capitolo sull'autorizzazione, che compete a Regione e Provincia. Vigilare che l'estrazione avvenga nelle modalità definite nella convenzione è la nostra priorità. Non dimentichiamo, inoltre, che la ditta dovrà riqualificare il vecchio polo estrattivo e che i nuovi metodi di escavazione hanno un impatto minore sull'ambiente». I tempi per l'apertura del nuovo fronte sono ancora incerti: dopo l'ultimo benestare del Consiglio comunale, Regione e Provincia devono solo rilasciare l'autorizzazione definitiva.

Massimo Pesenti – L'Eco di

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