La storia si fonda sulla memoria, spesso esule da archivi e documenti, ma profondamente radicata nei ricordi 'infanzia e arricchita dai racconti dei genitori e dei nonni. Da questa memoria ha da sempre attinto la sua linfa creativa la Filodrammatica di , che, in 26 anni di attività, ha narrato storie popolari, racconti della gente di e spaccati della vita di un tempo e che ora si appresta a rappresentare il suo ultimo lavoro «Crapedelegn».

l ricordo che dà vita a questa nuova storia è quello legato a don Bepo Vavassori, anima del Patronato San Vincenzo, che a Santa Brigida conduceva i ragazzi nella colonia estiva, acquistata per suo desiderio e sistemata per creare un luogo di vacanza. La colonia, durante la guerra, diventò anche un rifugio per le famiglie ebree. Santa Brigida era diventata una sorta di campo base da dove gli ebrei venivano accompagnati nelle fra i boschi per nascondersi e raggiungere i o la e fuggire poi in Svizzera. Questa rete di solidarietà, intessuta fra don Bepo, le famiglie di Santa Brigida e i sacerdoti del posto, è ancora nel ricordo di molti e su questa base il regista Elio Regazzoni, lavorando con una quindicina di attori, ha costruito un'opera teatrale. Protagonisti della storia, oltre a don Bepo, sono la gente di montagna e un ragazzino, un «gioppinaro» che sa maneggiare i burattini di legno, chiamato ad accompagnare le famiglie ebree fino in Valtellina. «Il senso di questo lavoro – dice Regazzoni – è proprio quello di invitare tutti a non perdere il valore dei ricordi». «Crapedelegn» sarà presentato per la prima volta stasera, alle 20.45, nel teatro di Santa Brigida con ingresso libero. In chiusura canti con «Le donne alla fontana».

– L'Eco di